Il soccorritore a bordo dell’ambulanza che lo scorso maggio travolse due pedoni fuori dal Mater Dei uccidendone uno, ha rivissuto in tribunale i drammatici momenti di quel terribile giorno, raccontando il trauma provato nell’istante dell’impatto.
Eric Saliba, l’operatore sanitario, ha spiegato che si trovava nel vano posteriore del mezzo, fornendo assistenza a un paziente anziano, quando ha improvvisamente udito «un forte botto» che, in un primo momento, gli era parso quello di un “normale” scontro tra veicoli, salvo poi trovarsi di fronte ad una scena sconcertante una volta aperto il portellone laterale.
L’ambulanza, guidata dal 36enne Eros Galea, aveva appena investito due pedoni: l’assistente infermieristico 48enne Joseph Grech e Maria Miron, cittadina rumena di 54 anni.
L’uomo giaceva a terra già privo di vita, tanto da rendere inutile ogni tentativo di soccorso prestato dal personale medico dell’ospedale intervenuto sul posto poiché allertato dal boato dello schianto.
Miron, invece, era cosciente, sebbene versasse in gravi condizioni, come spiegato in tribunale dal medico che la soccorse. Nell’impatto con l’ambulanza, la donna ha riportato fratture multiple alla clavicola e alle costole, oltre a una lacerazione del polmone sinistro che hanno richiesto un ricovero immediato in terapia intensiva e un intervento chirurgico d’urgenza.
La dinamica esatta dell’incidente è ancora oggetto di indagine e il processo a carico dell’autista del mezzo d’emergenza continuerà il 6 maggio, con la deposizione di ulteriori testimoni.
Eros Galea, accusato dell’omicidio colposo di Joseph Grech, di guida negligente e imprudente e di aver investito un’altra persona procurandole gravi ferite, continua a dichiararsi non colpevole.
(photo credits: Malta Police Force e Facebook)
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