La combinazione maledetta tra il numero 13 e il venerdì sembra risalire ad eventi prettamente legati alla religione cristiana.
Tredici era il numero dei commensali dell’Ultima Cena (il tredicesimo era proprio Giuda, il traditore) e il venerdì, giorno in cui viene crocifisso e muore Gesù Cristo, avviene “anche” il Diluvio Universale ed Eva tenta Adamo con la mela. Secondo altre fonti, invece, la credenza della maledizione del venerdì 13 è originata dal 13 ottobre 1307, il giorno in cui il re di Francia, Filippo IV, diede l’ordine di arrestare tutti i Cavalieri Templari. Inoltre, proprio l’esecuzione dell’ultimo templare, il Gran Maestro Jacques de Molay, avvenne venerdì 13 – non prima che questi avesse maledetto il papa.
La paura del venerdì 13 si chiama friggatriskaidekaphobia: Frigga è il nome della dea norrena dal quale deriva la parola Friday (venerdì) e triskaidekaphobia, che significa paura del numero 13. Ha anche un derivato greco – paraskevidekatriaphobia.
Qualunque sia il suo nome l’80% della popolazione mondiale teme questa data e “solo” negli Stati Uniti sono ben 67 milioni le persone che ne sono affette.
Anche i maltesi percepiscono, il Venerdì 13 come un giorno funesto: difatti, alcune persone si rifiutano di salire sugli aerei, andare al lavoro e persino guidare di venerdì 13, costando alle aziende una discreta quantità di denaro.
Sebbene ciò che ci accade di solito dipenda dalle nostre stesse azioni, i maltesi non possono fare a meno di attribuire eventuali disavventure a qualche maledizione che viene “mandata” loro da qualcuno. L’espressione Waqgħet xi saħta fuqna, letteralmente “È caduta una maledizione su di noi “ è spesso usata a seguito di una serie di disgrazie che sembrano susseguirsi senza pietà.
Addirittura, quando si tratta di danni fisici o tangibili, alcuni maltesi, in particolare gli anziani, riescono a riconoscere un occhio impresso sullo stesso oggetto o parte del corpo che credono sia stato maledetto.
Ma ecco che arrivano i rimedi: per evitare le maledizioni i maltesi usano le qrun che non sono nient’altro che le corna, fatte proprio con il gesto della mano, un gesto usato in modo simile in Sicilia e che richiama testa di un demone . Con questa azione i maltesi respingono la maledizione. Al contrario, le corna possono anche essere usate per “maledire” la fortuna di un’altra persona durante, ad esempio, il gioco d’azzardo: in questo caso il gesto si chiama il-Bedudu e si usa appunto per rovinare la fortuna di qualcuno, ad esempio puntando le corna verso un avversario, quando è il suo turno di gioco.
Per annullare la maledizione, molti maltesi, in passato, ricorrevano a una pratica rituale nota come Tbaħħir. Per avere successo, si doveva bruciare in una padella un pezzo di stoffa appartenuto alla persona maledetta. Le ceneri all’interno della padella venivano poi sparse in giro per la casa accompagnate dalla seguente frase:
“San Barnabaw, Jekk hawn xi għajn titlaq minn hawn! ”
San Barnaba, se c’è una maledizione che se ne vada via subito!
Queste convinzioni sono così dilaganti tra i maltesi che alcuni anni fa avevano un intero programma televisivo dedicato alla maledizione, intitolato Saħta fuq Uliedi (I miei figli sono stati maledetti).
Ci aspettano altri due “funesti” venerdi 13 nel 2020: uno marzo e uno novembre. Se vivete a Malta, adesso, saprete come affrontarli.