Più che una vacanza si è trattato di un incubo quello che hanno vissuto Kevin Openshaw e David Ayre, due amici di nazionalità inglese che avevano scelto Malta per trascorrere due settimane di vacanza all’insegna delle immersioni, per ammirare gli storici relitti che riposano nei fondali marini dell’arcipelago maltese.
Ed è stato proprio una volta arrivati a Malta, l’8 maggio scorso, che è iniziata l’odissea dei due turisti, quando Openshaw si è reso conto che all’appello mancava un pezzo essenziale dell’attrezzatura subacquea, il suo “rebreather”, ovvero un’apparecchiatura per la respirazione subacquea.
L’uomo ha immediatamente sporto denuncia all’aeroporto internazionale di Malta, scoprendo in realtà che l’attrezzatura era rimasta bloccata allo scalo di Manchester, dove si erano imbarcati, perché, secondo i controlli, il bagaglio sembrava contenere “solo” una bombola da immersione e «niente altro», e quindi non poteva viaggiare senza apposite verifiche.
Nonostante il supporto offerto dagli operatori dell’aeroporto maltese che hanno provato a “salvare” le situazione contattando la compagnia aerea EasyJet con la quale i due avevano viaggiato, per risolvere il problema e continuare la sua vacanza, ad Openshaw non è rimasto molto altro da fare che tornare di persona a Manchester per riavere il suo equipaggiamento.
Il kit, infatti, oltre ad essere fondamentale per la buona riuscita della vacanza, aveva un valore di 6.000 sterline, alle quali l’uomo aveva aggiunto 180 sterline per assicurarsi che venisse trasportato a Malta in tutta sicurezza. Il suo noleggio in loco gli sarebbe costato altre 14.000 sterline; una spesa fin troppo onerosa, che l’uomo ha risolto sobbarcandosi un viaggio “extra” dal costo di 500 sterline, che gli ha però sottratto quattro giorni di vacanza e caricato sulle spalle una notevole quantità di stress.
Infatti, secondo quanto riferito da Chronicle Live, il portale inglese che ha riportato la notizia, per recuperare la fondamentale attrezzatura, il 62enne inglese ha dovuto recarsi da Malta a Manchester, facendo scalo Monaco. Dopo aver trascorso una nottata nella sua macchina, parcheggiata presso lo scalo inglese, l’uomo è poi rientrato a Malta il giorno successivo, dopo uno stop a Bruxelles.
Sulla vicenda, l’aeroporto di Manchester avrebbe dichiarato di aver eseguito due annunci al momento dell’imbarco di Openshaw, invitandolo a tornare nell’area controlli della sicurezza, ma senza successo. Per questa ragione, sempre secondo quanto riferisce lo scalo aeroportuale, iI personale è stato così costretto a trattenere il bagaglio, impossibilitato nell’effettuare controlli per garantire che «non contenesse aria compressa».
Anche EasyJet ha commentato l’accaduto, affermando: «Chiediamo ai clienti di assicurarsi di non avere con sé alcuni oggetti soggetti a restrizioni prima del volo e di dichiarare se hanno oggetti potenzialmente soggetti a restrizioni nel loro bagaglio al momento del check-in. Poiché il signor Openshaw non ha dichiarato la sua attrezzatura, siamo stati costretti a trattenere il suo bagaglio».