C’è tanta Italia nella storia del maestoso monumento-simbolo della Capitale Europea della Cultura 2018.
Il delicato restauro della Fontana dei Tritoni, recentemente completato e facente parte del più ampio progetto di riqualificazione urbana ideato da Renzo Piano, è infatti stato svolto interamente da un consorzio di imprese italiane, la Sea Fountain One, con il prezioso supporto dell’ENEA, ente pubblico italiano di ricerca per le nuove tecnologie.
Nello specifico, la DeFeo Restauri di Roma, che già aveva restaurato le fortificazioni di Valletta nel 2014, ha riportato all’antico splendore il basamento in travertino romano, la Fonderia Artistica Marinelli di Firenze si è occupata del gruppo bronzeo e la COGE Impianti di Gela del nuovo sistema idraulico.
Ma il forte legame con l’Italia ha radici ben più lontane: realizzata quasi 60 anni fa dallo scultore maltese Vincent Apap e dall’architetto Victor Anastasi, ed entrata in funzione il 16 maggio del 1959, l’opera, il cui gruppo bronzeo originario venne realizzato presso una fonderia di Napoli, prese ispirazione dallo stile di alcune fontane di Roma, consolidando ulteriormente i legami tra le due capitali.