Scoperta casualmente nel 1881, la domus romana di Rabat, in prossimità della cinta muraria dell’antica capitale Mdina, è una testimonianza diretta del dominio romano nell’isola di Malta.
La costruzione della villa risale al I sec a.C., ma se ne è accertato un uso solo dal II sec d.C., grazie al ritrovamento di un’iscrizione che ha confermato il dominio romano nell’isola del “miele” (Melita dal greco meli = miele).
Il museo è stato aperto al pubblico nel febbraio del 1882, e oltre a conservare i reperti rinvenuti in loco, espone mosaici e suppellettili di epoca romana scoperti nell’intero territorio maltese; molti reperti sono conservati anche nel Museo archeologico Nazionale de La Valletta e di Gozo.
Il peristilio incornicia il grande mosaico centrale, il quale è stato realizzato da manifattura arabo-romana in opus tesellatum (tessere grandi di forma regolare utilizzate per comporre motivi simmetrici) ed in opus vermiculatum (tessere piccole di colori e di forme diversi per ricreare una figurazione pittoriche): con questa tecnica è stato creato l’emblema centrale con due volatili appoggiati su una coppa.
Nonostante sia stato danneggiato durante la costruzione della copertura, è possibile apprezzare la delicatezza e la finitura delle tesserae, le quali, insieme agli affreschi parietali di 1°- 2° stile pompeiano e ai fregi esposti nelle teche museali, testimoniano la ricchezza della famiglia che abitava questa domus.
La pianta architettonica si rifà invece al modello romano e il peristilio era l’ambiente porticato d’accoglienza; certa quindi in origine la presenza di un vano centrale che filtrasse la luce naturale esterna.
L’attuale ingresso del museo, caratterizzato da un timpano colonnato in stile neoclassico, venne edificato nel 1922 in seguito a un ulteriore ampliamento del campo archeologico e ripropone l’architettura romano-greca in uso in epoca romana tardo-antica.
Il piccolo ma ricco museo si sviluppa su due piani e il percorso archeologico continua all’esterno con i resti rinvenuti nel 1881 dall’equipe di archeologi formata da A.A. Caruana, T. Zammit e V. Galea. La collezione del museo è stata ampliata grazie al rinvenimento di ulteriori reperti tra il 2002 e 2011, tra cui integre ampolle vitree, gioielli, pettinini in osso, monete, anfore spagnole e olearie a doppio braccio.
Il territorio maltese presenta numerosi siti archeologici di epoca molto più antica (neolitico e paleolitico), ma di sicuro grazie all’importanza dell’isola come punto di snodo dei commerci durante l’impero romano, potrebbero essere riportati alla luce ulteriori nuovi reperti appartenenti all’epoca romana.
Per visitare la domus romana: il sito ufficiale.