Il pianista Mario Mariani suonerà venerdì 22 Marzo alle ore 20:00 al Palazzo de La Salle a Valletta: il concerto fa parte del tour mondiale che segue l’uscita del suo ultimo album The Rossini Variation. Ne ha parlato con il nostro Carlo Campione.
Carlo: Piacere di fare la tua conoscenza, sono cresciuto a pane e musica classica, in quanto mio padre è stato insegnante di chitarra classica ed i miei fratelli per anni hanno studiato pianoforte al Teatro Massimo Bellini di Catania. Trovo il tuo approccio al pianoforte davvero sorprendente, ti sei diplomato in pianoforte al Conservatorio Gioachino Rossini di Pesaro nel 1995. Come è nato l’amore per la musica classica e la tua voglia di sperimentare con il pianoforte, uno strumento considerato poco “mobile” all’interno dei molti generi musicali moderni?.
Mario: «Il mio amore per la musica classica nasce da bambino, ascoltando quello che ascoltavano i miei genitori, i brani più famosi di Čajkovskij, Strauss, ma anche musica classica non particolarmente ricercata.
Mi sono iscritto al conservatorio molto giovane, in quanto era l’unica cosa che sapevo fare, ero infatti negato nelle discipline sportive tipo il basket, essendo di Pesaro conoscerai la famosa squadra Scavolini Pesaro; incontrai un giorno una piccola tastierina della Bontempi ed iniziai a suonare, era per me la cosa più spontanea e facile del mondo, avendo anche un buon orecchio sentivo la musica in televisione e la trascrivevo.
In virtù di questa facilità all’approccio mi sono subito cimentato nell’improvvisazione anche nel Rock, sopratutto quello progressive che insieme alla musica classica è stata la mia scuola, ho amato infatti Pink Floyd, Emerson, Magma, etc».
Carlo: Questo tour segue il tuo album The Rossini Variation uscito lo scorso settembre: parlaci dell’album e del tour.
Mario: «Gioacchino Rossini è mio concittadino, la sua musica è stata sempre presente nella mia vita, ho studiato al Conservatorio Rossini, la mia casa è vicina a quella del compositore, ed infine l’anno scorso sono stati celebrati i 150 anni dalla sua morte.
In virtù di tutto questo nel mio quarto album mi sono concentrato sulla figura di Rossini, ovviamente suonato secondo la mia cifra ed estetica, quindi trascrivendo, variando ed improvvisando la sua grande musica. Ci saranno trascrizioni di Arie dalle opere più famose come La gazza ladra, il Guglielmo Tell ed il Barbiere di Siviglia, tutto questo materiale mi permette molta improvvisazione ed una grande espressività.
Ho anche fatto delle piacevoli scoperte, come quella che Rossini è stato per quanto ne so il primo a comporre una melodia su una sola nota, il “Mi lagnerò tacendo” che è il secondo brano dell’album.
L’uscita dell’album mi ha portato in molte nazioni del nord e sud Europa, come Svezia,Norvegia, Macedonia, Tunisia, Albania, e adesso Malta che non vedo l’ora di visitare».
Carlo: Dove ti è nata l’idea di sperimentare, di utilizzare percussioni, ed utilizzare le corde del pianoforte a coda in modo non convenzionale, pizzicando le corde con un frullino per il latte come nell’introduzione di “La Danza” Tarantella Napoletana, simulando un moderno mandolino, e poi utilizzando un tamburello come una sorta di basso continuo sull’accompagnamento con la mano sinistra.
Mario: «La sperimentazione è venuta per una ragione molto semplice, il mio pianoforte, uno Steinway del 1906 ristrutturato solo di recente, che è stato insuonabile per anni. Quando non trovavo qualcosa sulla sua tastiera, lo andavo a cerare al suo interno, quindi agendo con frullini, catene ed altro sulle corde, trasformando il pianoforte in una sorta di orchestra».
Carlo: Dal clavicembalo strumento polifonico a cui era affidato il basso continuo in epoca barocca, si evolse in clavicembalo forte-piano, da cui il nome pianoforte. Che evoluzione pensi di potrà avere il pianoforte nel futuro?
Mario: «Mi fai una domanda interessante, sulla quale rifletto spesso. Durante le mie conferenze faccio sempre un parallelismo fra il pianoforte che è lo stesso da 150 anni, ed il nostro cervello che è lo stesso da 150.000 anni. Mi piace pensare a me stesso con l’incontro tra un uomo rinascimentale ed un hacker: in un certo senso cerco di hackerare il mio pianoforte, modificando troppo non sarebbe più un pianoforte, a me come ricerca piace sperimentarci sopra lasciandolo intatto.
Come dicevi tu poco fa, l’evoluzione potrebbe migliorarne la trasportabilità, utilizzando ad esempio nuove leghe e materiali che garantiscano minor peso, e stessa resa sonora».
Carlo: Hai composto colonne sonore per i film di Vittorio Moroni, Gianluigi Toccafondo e Matteo Pellegrini, hai scritto musiche per spot pubblicitari per la Microsoft , Toyota,Fiat, Ferrero e Tele2, ha composto per ben due volte la sigla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (1999-2001 e 2005-2007), nel 2017 esce il tuo The Soundtrack Variations, con rielaborazioni di colonne sonore come quella di Beetlejuice, Edward mani di Forbice e Psycho,qual’è il tuo rapporto con il cinema?
Mario: «Come te adoro il cinema. Se non avessi fatto il musicista, avrei provato a fare il regista, e a parte le collaborazioni da te citate, la mia vera scuola per il cinema è iniziata con il cinema muto. Già all’età di 17 anni collaborai con una rassegna a Pesaro di cinema muto insieme al Festival del cinema di Pesaro, e mi ritrovai improvvisamente a suonare dalle 9 del mattino alle 18 di sera sopra cortometraggi muti».
Carlo: Nel tuo video di “The Goldrake Variations” che ho trovato divertente, ben realizzato e sopratutto musicalmente originale, ho letto l’espressione “another piano is possibile”. Puoi spiegarci il suo significato?
Mario: «Il video è totalmente una mia idea, ed è stato realizzato con l’aiuto di un amico videomaker che mi supporta anche per la sceneggiatura. In merito alla frase da te citata funziona meglio in italiano, “un altro piano è possibile”: infatti qui “piano” ha due significati, ossia un altro modo di intendere lo strumento, ma anche un altro piano di realtà, di percezione e di intesa».
Carlo: Parlaci dei tuoi progetti per il futuro.
Mario: «Il mio prossimo progetto si chiamerà “Un piano per l’Africa”, un tour che voglio realizzare nel continente africano, sul quale lavoro da anni. Un tour che unisca amore, condivisione per l’arte, amore per l’umanità, che sia anche un aiuto per i villaggi dove andremo a fare il progetto».
Di seguito il video “Italian pianist Mario Mariani singing resume”, una vera e propria biografia di Mario Mariani da lui suonata e persino cantata.
Qui il sito dell’artista: http://www.mariomariani.com/