La Chiesa a lei dedicata, si trova sulla piazza della Chiesa di Nostra Signora della Vittoria, è quella che i Cavalieri di Malta costruirono per i propri fedeli nel 1500 e che la tradizione ha voluto proseguire ininterrottamente fino ai giorni nostri, opera del maltese, di origini siciliane, Girolamo Cassar, allievo dell’ingegnere dell’Ordine , Evangelista Menga; ha lavorato tra l’altro alla riparazione delle fortificazioni danneggiate dall’esercito ottomano durante il Grande Assedio di Malta nel 1525, dove la strenua difesa dei Cavalieri e dei maltesi costrinse l’esercito ottomano a desistere dopo quattro mesi. Cassar edificò, nelle vicinanze al loro luogo di culto, dedicato a Santa Caterina, protettrice dei Cavalieri Gerosolimitani della lingua d’Italia, anche l’Auberge d’Italie, un sontuoso insediamento seicentesco dei Cavalieri di lingua italiana.
La Chiesa è a pianta ottagonale, sopra l’ingresso è posto lo stemma del Gran Maestro Gregorio Carafa. All’interno si possono ammirare splendide opere d’arte, tra cui una pregevole tela del pittore calabrese Mattia Preti, raffigurante “Lo sposalizio mistico di Santa Caterina”. Nel XVIII secolo Romano Carapecchia aggiunge un portico; nello stesso periodo la scala originaria venne abbellita con palme e ornati, dove figurano alcune scritte con richiami spirituali, infine un cancello di ferro, fa assumere alla facciata l’aspetto definitivo che ancor oggi si può ammirare nel suo splendore unico, sia artisticamente che architettonicamente.
Ma chi era Santa Caterina?
Conosciuta anche come Santa Caterina d’Alessandria (d’Egitto), diciottenne, di nobili origini in quanto principessa egiziana, figlia unica del Re di Costa che viveva appunto nella città di Alessandria. Venerata non solo dai cattolici ma anche dagli ortodossi e dalle chiese di culto cristiano.
Martirizzata ad Alessandria, qualche anno dopo il 300, all’epoca dell’imperatore romano Massimino, duro persecutore dei cristiani. La vicenda ebbe seguito quando, in occasione di una grande celebrazione che comprendeva anche atti pagani sacrificali di animali agli dèi voluta dall’imperatore, tanto era il suo coraggio che Caterina, rifiutandosi di aderire, avrebbe così apostrofato il sovrano: «Perché vuoi perdere questa folla con il culto degli dèi? Impara a conoscere Dio, creatore del mondo e suo Figlio Gesù Cristo che con la croce ha liberato l’umanità dall’inferno». Di conseguenza fece convertire, con la sua sapienza e fermezza, numerosi intellettuali, rettori, filosofi e soldati di corte e per questo furono tutti arsi vivi. Allora il sovrano tentò di sedurla offrendole considerevoli ricchezze e matrimoni illustri, ma ricevette da Caterina solo rifiuti. A questo punto, dopo l’ennesimo rifiuto, la fece imprigionare e la lasciò senza cibo. In carcere, però, era nutrita da una colomba e Cristo stesso l’avrebbe visitata. Sembrerebbe che pure l’imperatrice le fece visita assieme al capo della Corte che colpiti dalle parole di Caterina si convertirono, assieme a duecento soldati, ma vennero sottoposti a tortura e decapitati.
Anche per Caterina fu decretata la morte tramite il supplizio della ruota dentata che, ahimé, si ruppe, e Massimino optò per la decapitazione, ma mentre il suo corpo veniva reciso, dal collo sgorgò latte e subito apparvero degli angeli che portarono il suo corpo ad Alessandria sul Monte Sinai dove, ancora oggi, l’altura si chiama “Gebel Katherin” (Montagna di Caterina). In questo luogo l’imperatore Costantino fondò il Monastero di Santa Caterina.
Il suo culto è vastissimo soprattutto negli ambienti intellettuali, pertanto è molto venerata negli ambienti colti, molti sono i patronati riconosciutele: quello, principalmente, sui teologi e filosofi, nella storia delle Università e degli studi. La Sorbona di Parigi la elesse Patrona. Lo è anche dell’Università di Siena e di Padova.
La sua festa assunse in molte regioni d’Europa caratteristica di celebrazione per la gioventù, con riti e manifestazioni proprie; Caterina fu patrona delle ragazze nubili, dei naviganti e di alcune categorie di artigiani, come i costruttori di ruote e le sartine, che in alcuni luoghi del Nord Italia sono dette “caterinette”. Il 25 novembre, giorno in cui si celebra la Santa Caterina d’Alessandria, veniva infatti considerata anche giornata di solenne festa degli studi, nelle case di studio religioso. Patrona anche di vergini e nubili, viene riconosciuta nell’iconografia con i simboli della corona, della ruota, della palma del martirio e del libro della donna sapiente.
La chiesa di Santa Caterina d’Italia a Valletta è il punto di incontro della folta comunità cattolica italiana a Malta che ogni settimana, la domenica mattina alle ore 11:00, si riunisce per assistere alla funzione religiosa.
Grazie al Corriere di Malta per l’esaustivo articolo ricco di contenuti religiosi, storici e culturali, l’unico correzione che mi permetto di mettere alla vostra attenzione e dei vostri lettori e l’ora della Messa Domenicale, non alle 11.00 ma alle 10.00, ancora grazie per l’informazione che rendete alla comunità,
Cordialmente
Presidente COM.IT.ES
Vincenzo Catalano