La straordinaria catacomba di Ħal Resqun è quotidianamente provata dal traffico che gli passa vicino. Il Governo provvede a un regolare monitoraggio, ma si teme per i prossimi lavori di ampliamento della rotonda.
Il fotografo Daniel Cilia e l’ingegnere Marc Zimmermann hanno ispezionato recentemente la catacomba cimiteriale di Ħal Resqun, la quale si trova al di sotto della grande rotonda di Gudja, dichiarando che lo stato conservativo è il medesimo di quando è stata ispezionata nel 2006 e nel recente 2017, sempre dallo stesso fotografo Cilia.
Il governo maltese e il ministero della Cultura confermano che sono in programma ispezioni periodiche da parte di archeologi e geologi per monitorarne lo status.
Il grande ambiente cimiteriale è stato scoperto fortuitamente nel 1887, durante degli scavi per un fossato idrico, i quali causarono un primo danneggiamento.
Il piano di scavo è stato però attuato dal team di Temi Zammit nel 1912. In seguito venne ricoperto nel 1975 per attuare i lavori di costruzione dell’aeroporto di Luqa. Dal 1978 l’accesso alla catacomba paleocristiana è possibile da un tombino, coperto rudimentalmente da uno strato di ghiaia.
Reperto unico per la testimonianza iconografica sulle pareti decorative di quello che poteva essere un altare idolatrico delle divinità e commemorativo dei defunti.
L’ingresso monumentale caratterizzato da 2 colonne in stile dorico e scanalato porta ad un arco di ingresso che raffigura 2 colombe o 2 pavoni rivolti a sé, simbolo di immortalità.
Altri elementi raffigurati, caratteristici del periodo pagano / pre-cristiano attestano l’origine pagana e laica del sito. A confermare la tesi è il ritrovamento di reperti vitrei e di ceramica appartenenti al periodo tardo romano, nonostante Zammit abbia voluto annoverare una valenza cristiana con delle associazioni bibliche alle raffigurazioni.
In attesa della decisione definitiva da parte del Planning Authority in merito alla costruzione di un cavalcavia e di un ampliamento della rotonda, lavori che non dovrebbero influire stando alle ultime dichiarazioni, questo raro e delicato reperto paleocristiano è giornalmente a rischio a causa delle numerose vibrazioni causate dal manto stradale superiore.
Per maggiori info:
The Archeological Society Malta