Dalle origini ad oggi, un racconto personale dell’autore che narra parte dell’incredibile storia e le particolarità che caratterizzano la splendida isola gemella di Malta.
Gozo, in greco antico “Gaulos”, per i romani “Gaulum” (latino), in arabo “Ghawdex”, termine che sopravvive ancora oggi. Ho buone ragioni, però, per credere che l’aggettivo “leggendaria” nasca proprio da quella mitica “Ogigia” di cui parla Omero nella sua Odissea, dove Ulisse trovò rifugio ospitato e ammaliato dalla ninfa dei mari Calypso, e dove i due si amarono perdutamente prigioniero della sua bellezza, coccolati da una terra generosa di frutti.
Nel V canto del poema epico, Omero descrive l’antro di Calypso circondato da pioppi e cipressi odorosi, da viti ricche di grappoli e da prati fioriti di viole, un balsamo per gli occhi dello stanco Ulisse di ritorno dalla guerra di Troia. Insomma un luogo paradisiaco, quindi…leggendario.
I suoi abitanti più anziani narrano mille e una leggenda sulla loro isola, tant’è che uno finisce poi per dubitare se non siano nate da fatti veramente accaduti.
La storia di Gozo è strettamente legata a quella della vicina isola di Malta, dalla quale dista solo 4 chilometri ed è grande un solo terzo rispetto a quest’ultima, entrambe governate in passato dagli stessi dominatori. Solo in breve periodo però, l’isola gemella riuscì a godere di totale autonomia, tra il 28 ottobre 1798 e l’8 settembre 1801.
Gozo vanta uno dei templi megalitici più antichi del mondo, il celebre complesso di Gigantija, eretto ancora prima delle piramidi d’Egitto.
I megaliti svettano ancora oggi come testimoni delle loro ormai lontanissime funzioni, indicazioni del culto praticato in epoche preistoriche dai primi colonizzatori. Si susseguirono Fenici e Cartaginesi, poi gli immancabili Romani, che cacciarono i predecessori e fecero di Gozo un “municipium”, autonomo da quello di Malta, con un governo di tipo repubblicano che coniava anche proprie monete.
Poi toccò ai Bizantini e successivamente arrivarono gli Arabi che, a loro volta, vennero estromessi dai Normanni e quindi, assieme all’isola sorella Malta, ne condivise la stessa sorte della Sicilia passando poi sotto il dominio di Svevia, Angiò e Aragona. Ma non era ancora finita.
Nel 1530 arrivarono i Cavalieri di San Giovanni sotto i quali l’isola visse uno dei peggiori periodi della sua storia, conoscendo anche la schiavitù. Poi i francesi, ma il loro governo a Gozo fu di breve durata e per ultimo, prima della definitiva indipendenza, arrivò il periodo britannico, durante il quale l’isola fu lentamente trasformata in una colonia-fortezza. La sua resistenza ai bombardamenti dell’Asse durante la Seconda Guerra Mondiale è leggendaria.
Sulla leggendaria isola, esattamente al centro, si colloca la capitale Victoria, o com’è più comunemente nota alle persone del luogo, Rabat. A sovrastarla c’è Cittadella, un po’ come Mdina di Malta. Questa fortezza risale ai Fenici, ed era ai tempi il rifugio dei gozitani, dominando con lo sguardo gran parte dell’isola da dove si gode di una stupenda veduta panoramica coi suoi campi fertili e i suoi villaggi ben spaziati. Saltano subito agli occhi i numerosi altipiani e le vallate caratteristiche della topografia di Gozo. Su tre delle sette colline i primi insediamenti fiorirono nei villaggi di Nadur, Xaghra e Zebbug: le tre colline che si vedono sullo stemma di Gozo.
L’isola sorella minore di Malta è diversa in quanto è più fertile, pittoresca e molto più incontaminata; ma ciò che secondo me rende Gozo così nettamente diversa da Malta sono i gozitani, persone frugali e “dure”, che sembrano essere a prova di qualsiasi diversità. Il loro carattere è tempestato dalle privazioni e dal pericolo costante e, a seguito delle frequenti prove che hanno dovuto affrontare nel tempo, loro e i loro discendenti sono emersi forti e resilienti.
Malta e Gozo condividono la stessa storia e resti storici che sono duplicati nelle due isole, ma Gozo ha avuto più della sua parte di disgrazie. In gran parte indifesa, l’isola è stata più volte devastata dagli attacchi dei pirati e in un’occasione l’intera popolazione è stata portata in schiavitù.
Quando i gozitani avevano avvertito in anticipo di un’imminente invasione, come il Grande Assedio, alcuni di loro cercarono rifugio nelle città meglio fortificate di Malta e diversi anziani furono evacuati in Sicilia, ma tornarono sempre a casa non appena fu sicuro per loro farlo.
Anche i gozitani riscattati dalla schiavitù tornarono a casa, senza mai decidere o desiderare di stabilirsi in un luogo più sicuro. Allo stesso modo in cui gli emigrati che diventano ricchi nei Paesi di adozione tornano poi a casa dove si costruiscono grandi dimore, testimonianza del loro successo.
Forse ciò che rende speciale Gozo è l’amore e il tranquillo orgoglio dei suoi abitanti per la loro patria. Questo sentimento si riflette, tra l’altro, nella grandezza e nella bellezza delle loro chiese.