Durante gli scavi nella zona adiacente alla Domus Romana di Rabat, sono state scoperte parti di tre mura, profonde quasi tre metri, insieme ad altri resti relativi ad una struttura che potrebbe essere stata un tempo una dimora, anche se a confermarlo saranno le ulteriori indagini che continueranno presso il sito per tutto il prossimo anno.
La scoperta è avvenuta durante la stagione di scavo estiva nell’ambito del progetto di ricerca internazionale denominato “Melite Civitas Romana”, incentrato sulla Domus Romana ed i terreni circostanti. Il progetto è guidato da Heritage Malta, con David Cardona come suo rappresentante e direttore principale, in collaborazione con l’Institute for Digital Exploration (IDEX) dell’Università della Florida del Sud, con il dottor Davide Tanasi in qualità di co-direttore, ed un team di archeologi australiani e britannici chiamato “Intercontinental Archaeology”, con Robert Brown, Andrew Wilkinson ed il dottor Benedict Lowe come co-direttori.
«L’attuale scoperta – dichiara Heritage Malta in un comunicato – può essere descritta come parte di un puzzle, con molte altre tessere ancora mancanti. Tuttavia, il suo contributo è rilevante su diversi livelli. Innanzitutto, aiuta a comprendere gli scavi effettuati nella zona da Sir Temi Zammit tra il 1920 e il 1925. In secondo luogo, aggiunge ulteriori dati alla comprensione delle strutture nella zona. Infine, rappresenta un altro passo avanti nel tentativo di comprendere come queste strutture si inserissero nella disposizione generale e nella vita quotidiana dell’antica città romana di Melite».
Le mura sono state scoperte sulla parte retrostante della Domus Romana, ma i lavori sono stati eseguiti anche in altre aree. Le scoperte e la stratigrafia forniranno ulteriori dati sulla città di Melite, per la quale le prove sono scarse e frammentate.
In altre aree, gli scavi si sono concentrati nel riscoprire le trincee scavate da Sir Temi Zammit, nel tentativo di rivalutare le interpretazioni fornite cento anni fa. «Tutti questi reperti vengono attentamente investigati e, soprattutto, documentati utilizzando diverse metodologie, incluse le tecniche digitali come la scansione 3D e la fotogrammetria» ha dichiarato Heritage Malta, sostenendo che, grazie a questi metodi, le scoperte possono essere studiate lontano dal sito, per poi essere rese accessibili al pubblico.
L’area è stata attualmente parzialmente ricoperta per proteggerla e preservarla dai danni fino alla prossima stagione di scavo prevista per il 2024.
Una volta che sarà completamente studiata e documentata, Heritage Malta, insieme ai diversi collaboratori del progetto, coloro che si occupano della conservazione e la Soprintendenza del Patrimonio Culturale, determineranno il miglior modo per mettere in protezione il sito.
Nel frattempo, il pubblico può ammirare il modello 3D delle nuove scoperte, in grado di fornire l’anteprima pressochè realistica di ciò che queste antiche strutture possono aver rappresentato nel contesto della Melite romana.