L’icona di Nostra Signora di Damasco attualmente sita presso la piccola chiesa greco-cattolica in Archibishop street a Valletta, inizierà la sua fase di restauro alla fine di questo mese e sarà completata con ogni probabilità entro l’inizio del 2019.
L’icona, di cui non si conosce l’autore, ha circa 1100 anni e la sua storia, legata alle vicende del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, si intreccia con la leggenda. Fu, infatti, questo Ordine che portò l’icona a Malta, quando, sopraffatto dai Turchi, dovette lasciare Rodi nel 1523. Dopo sette anni di peregrinazioni, toccando Creta, Messina, Civitavecchia, Viterbo, Villafranca e addirittura Nizza, i Cavalieri il 26 ottobre del 1530 approdarono finalmente a Malta.
Qui l’Ordine si insediò a Borgo di Castello (Birgu), cittadina che adesso è chiamata Vittoriosa, per essere stata campo di eroismi nella tenace resistenza all’assedio dei Turchi nel 1565. In una cappella della chiesa di Santa Caterina, il Gran Maestro Filippo Villiers de l’Isle Adam (1522-1534), con sollievo e devozione, diede santa dimora all’Icona della Madonna di Damasco (chiamata così perché alcuni Cavalieri avevano riferito di aver visto l’opera d’arte appunto a Damasco). Si racconta inoltre che anche il Gran Maestro Jean de La Valette fosse un devoto dell’immagine sacra.
Vincenzo Bonello restaurò l’icona negli anni ’30 per prevenire ulteriori deterioramenti e, tra il 1963 e il 1966, l’Icona fu sottoposta – sotto l’egida del Governo italiano – ad un meticoloso restauro nell’Istituto Centrale del Restauro di Roma del Ministero della Pubblica Istruzione.
Per la terza volta adesso, nel 2018, la meravigliosa icona verrà salvata dalle crepe e dal deterioramento per mano (anche) di italiani: l’Atelier del Restauro, guidato da Maria Grazia Zenzani e Valentina Lupo, presenterà il progetto sulla conservazione e il restauro dell’icona della Madonna di Damasco il 22 giugno.
L’evento si terrà presso la chiesa di San Nicola, 83 Merchants Street, Valletta.