Svolta storica nel mondo del basket maltese. Silvia Gambino, coach catanese che nell’ultima stagione ha guidato l’Hibernians Women, sarà la prima donna ad allenare una squadra maschile nella storia della massima divisione nazionale: il Mellieħa SC Libertas.
Ciao Silvia, innanzitutto grazie per avermi concesso quest’intervista e congratulazioni per il tuo nuovo incarico. Ti va di raccontarci un po’ della tua storia sportiva e di come sei arrivata a Malta?
Ciao, a dir la verità quando sono arrivata a Malta 6 anni fa il mio intento era solamente quello di passarci le vacanze, ma, una volta sull’isola, mi è stato chiesto dall’Hibernians di giocare per loro e di allenare la squadra Under 16: una proposta che non potevo rifiutare vista la mia passione per il basket.
Ho iniziato ad allenare in Italia a 18 anni e da allora ho allenato a livello giovanile nel pomeriggio, mentre passavo le mattine insegnando basket nelle scuole. Nel frattempo ho disputato anche diversi campionati di Serie B come giocatrice. È stato proprio un mio coach di quegli anni, Andrea Bianca, ad “illuminarmi” per la mia carriera da allenatrice.
Da quando sono a Malta ho sempre allenato le categorie dall’Under 14 alle senior women, vincendo 2 campionati con l’Under 16 e un campionato con l’Under 19. Ho seguito anche più squadre nella stessa stagione e ho allenato anche alla Scuola Nazionale dello Sport. Inoltre, ho avuto anche delle esperienze come vice-coach nelle nazionali giovanili sia maschili che femminili.
Ho terminato due anni fa la mia carriera da giocatrice, nella quale ho vinto un campionato nazionale. L’unico anno in cui non ho potuto giocare, per via di una modifica del regolamento che non permetteva di schierare giocatrici straniere, sono passata al rugby: non ce la faccio proprio a stare ferma!
Che differenze hai notato tra il movimento del basket italiano e quello maltese?
Ovviamente i due movimenti sono difficilmente paragonabili per il numero di atleti e di squadre presenti in Italia, che sono molto di più rispetto a quelle maltesi.
Secondo me le due nazioni condividono il problema della scarsa valorizzazione dei talenti locali, ai quali vengono troppe volte preferiti i giocatori americani, che arrivano già formati e competitivi.
Un problema riscontrato a Malta, invece, è la difficoltà nel potersi confrontare con tante squadre diverse, cosa che permetterebbe di crescere maggiormente. In passato ho avanzato l’idea di svolgere dei tour all’estero, ma sono davvero difficili da organizzare.
Non sei alla prima esperienza assoluta nel basket maschile, visto che, oltre alle giovanili, hai già allenato per qualche mese il Mellieħa quando militava in seconda divisione. Quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato tra l’allenare un gruppo di donne e un gruppo di uomini?
Le differenze maggiori sono quelle caratteriali: per questo motivo devi comunicare ed approcciarti ai giocatori in modo diverso.
Sul piano atletico, invece, aldilà delle fisiologiche differenze fisiche, non ho riscontrato una particolare disparità, dipende molto da come i giocatori a disposizione si sono allenati negli anni precedenti e a quale intensità di gioco sono abituati.
Quali sono le tue aspettative per questa stagione?
Ho svolto solo tre allenamenti finora con i ragazzi e la squadra non è stata costruita da me. Inoltre l’età media è bassa, ma questo non è un problema: sono pronta a lavorare con i mezzi che ho.
Ho la fortuna di avere nel roster il top-scorer della scorsa stagione e una leggenda del basket maltese, giocatori di livello ed esperienza che faranno da chioccia ai tanti giovani pieni di entusiasmo che ho a disposizione.
Dobbiamo lavorare tanto, ma la speranza è comunque quella di far bene e di provare ad arrivare ai play-off, dopodiché tutto può succedere.
Vorrei concludere quest’intervista con una domanda classica ma che porta sempre a delle risposte molto interessanti: quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Hai qualche sogno nel cassetto?
Attualmente mi manca un anno per concludere il corso FECC (Fiba Europe Certificate Coaching) che mi abiliterà ad allenare tutte le squadre di club e nazionali in Europa. Nei primi due anni ho avuto modo di seguire le lezioni dei top coach europei e di creare degli ottimi rapporti con i miei compagni di corso. È sicuramente un’esperienza interessante e molto formativa.
Una volta terminato questo corso mi piacerebbe molto riuscire ad allenare una squadra Nazionale maltese e, in futuro, non mi dispiacerebbe fare un’esperienza all’estero, anche se ora sono concentratissima sul mio lavoro a Malta, dove gestisco anche un box di crossfit, il CrossFit Tripod di Ta’ Qali, con la mia partner.
Ci tengo, infine, a ringraziare il presidente Petrucci per avermi dato l’opportunità di allenare a Mellieħa e il Club Hibernians per avermi dato la possibilità di crescere come allenatrice in questi anni, durante i quali ho sempre ricevuto pieno supporto e ho avuto la possibilità di lavorare con un gruppo fantastico.