Che per l’Italia non sarebbe stata una gara facile lo avevamo scritto alla vigilia, siamo stati facili profeti perché l’Austria si è dimostrata in tutta la sua ruvidezza e consistenza, mettendo in seria difficoltà gli azzurri che hanno risolto la partica qualificazione solo ai supplementari e con tanta fatica.
Tutto merito della nazionale di Foda che si è approcciata al match fin dai primi minuti con la mentalità giusta, rischiando solo nei primissimi minuti, prima di prendere le misure giuste soprattutto dei cursori di fascia di Mancini. Poi, con il passare del tempo, è apparso sempre più evidente che la gara non sarebbe stata come con Turchia, Svizzera e Galles dove i meriti degli azzurri sono stati più che netti.
La gara con gli austriaci ha messo in evidenza, invece, che questa squadra può avere anche dei limiti, tattici e d’intensità. Il trio “maraviglia” a centrocampo Jorginho–Veratti–Barella non ha dato sfoggio a pieno delle sue qualità e la manovra azzurra ne ha risentito. E pure in avanti Berardi, Insigne ed Immobile non hanno funzionato a dovere anche se l’attaccante della Lazio ha anche colpito un legno ed il peperino del Napoli non ha avuto buona sorte su una punizione diretta all’incrocio dei pali .
Per fortuna che la panchina azzurra è abbastanza ampia qualitativamente e Mancini ha tirato fuori da cilindro Chiesa e Pessina che da soli hanno risolto la partita: lo juventino con un doppio colpo da maestro, l’atalantino sfruttando una palla difesa a spada tratta da Belotti.
C’è voluto, però, anche pizzico di fortuna per agguantare questa qualificazione. Fortuna quando la sala Var al 64’ è intervenuta per annullare una rete all’Austria per fuorigioco di Arnautovic. Fortuna quando Donnarumma ha avuto l’istinto del campione per dire no al gran tiro di Schaub durante il secondo tempo supplementare. C’è stato un momento in cui la rete del 2-1 di Kalajdzic che ha beccato il jolly in piena area azzurra ha dato da pensare ma i minuti fino alla fine sono trascorsi lisci per Bonucci e soci.
Il fischio finale ha dato fiato alla gioia dei tanti tifosi italiani presenti sugli spalti di Wembley.
Roberto Mancini, al termine del match, ha analizzato così la gara ai microfoni della Rai: «L’abbiamo portata a casa perché abbiamo meritato. Prima o poi il gol dovevamo prenderlo, ci sta. Nel primo tempo potevamo segnare un paio di gol, poi nella ripresa c’è stato un po’ calo fisico, il campo era pesante. L’abbiamo vinta grazie ai giocatori che sono entrati con la mentalità giusta e l’hanno risolta, chi è uscito aveva dato tutto. Avevamo bisogno di gente fresca, Chiesa e Pessina sono stati bravissimi, ma tutti, anche chi è entrato dopo. Lo sapevo sarebbe stata la partita più difficile, forse più ancora della prossima nei quarti anche se il blasone delle squadre sarà diverso».
Ora per Mancini ed i suoi ragazzi la giornata che li attende sarà orientata a conoscere chi sarà il prossimo avversario ai quarti: il Portogallo di Ronaldo o il Belgio di Lukaku. Il tecnico azzurro: «Belgio o Portogallo? Sono due squadre straordinarie, difficile dire quale delle due sia più difficile affrontare».
Intanto prima di Italia-Austria si è giocato Danimarca–Galles, con gli scandinavi vincenti con un largo 4-0, diventando così i primi qualificati ai quarti. In attesa di sapere chi affrontare che uscirà dal confronto tra Olanda e Repubblica Ceca.