Come ben sappiamo Malta ha imposto delle misure ben precise per quanto riguarda gli spostamenti volte a contrastare la diffusione del Coronavirus sull’arcipelago.
Di fatto, dal 14 luglio scorso, possono fare il loro ingresso nel Paese solo persone munite di certificato vaccinale emesso quattordici giorni dopo aver completato il ciclo vaccinale (due dosi, oppure una per i sieri che richiedono un’unica inoculazione). Per chi non ha ricevuto il vaccino ma intende recarsi a Malta, vige l’obbligo di presentare un test PCR nasofaringeo negativo, effettuato non più di 72 ore precedenti l’arrivo nel Paese ed osservare un periodo di quarantena di quattordici giorni presso la propria abitazione – per chi è residente – oppure presso una delle strutture certificate indicate dalle Autorità sanitarie maltesi. La quarantena sarà a spese dell’interessato, con un costo di 100 euro a notte, colazione inclusa, per quattordici giorni.
Chi non può ricevere il vaccino per problemi di salute, può mettersi in contatto via email con i sanitari che esamineranno le motivazioni e decideranno se emettere specifiche autorizzazioni che consentano l’ingresso nel Paese senza effettuare la quarantena.
Con l’obiettivo quindi di salvaguardare la salute di tutti i cittadini, a volte, però ci si dimentica di prendere in considerazione dei casi “speciali”, sottocategorie che meriterebbero altrettanta tutela.
È il caso di alcuni italiani residenti sull’arcipelago, che affidano le proprie testimonianze al Corriere di Malta, certi di non essere gli unici a vivere situazioni di disagio dalle quali pare non esserci alcuna soluzione.
A parlare per prima è V.S. che ci racconta della sua personale situazione e delle risposte ricevute dalle Autorità sanitarie.
«Sono Malta da inizio 2014; mi sono innamorata subito di quest’isola e di alcuni maltesi. Ho sempre pensato fosse il posto dove poter provare ad avere un futuro lavorativo diverso, per questo, con molti sacrifici, in sette anni ho aperto due attività di ristorazione.
Sono stata quasi sempre d’accordo sulle decisioni del Governo maltese riguardo la gestione della pandemia, ma le ultime restrizioni non le accetto proprio, soprattutto se risultano gravose per chi, come me, ha già problemi di salute.
Sono affetta da tumore all’utero e soffro di molte allergie, per questo ho scelto di non ricevere il vaccino anti Covid-19, spinta anche dal suggerimento dei medici che mi hanno in cura qui a Malta.
In più, ad inizio agosto ho avuto il Covid, ed ho un gran numero di anticorpi tanto da non poterlo proprio ricevere ora, il vaccino.
A settembre avrò una visita specialistica in Italia con un oncologo, fissata già da tanto tempo. Non vorrei rimandare perché è molto importante per la mia salute.
Ho fatto richiesta alle Autorità maltesi per evitare di effettuare la quarantena al mio ritorno nel Paese, oppure ricevere una riduzione della stessa, dopo aver fatto tutti i tamponi richiesti, si intende.
Ho due attività qui a Malta e rappresenterebbe un serio problema (soprattutto con questa mancanza di personale) assentarmi da lavoro due settimane in più, oltre a quella che già trascorrerò in Italia per le visite. In sostanza, dovrei chiudere le mie attività per ventuno giorni, solo perché devo andare a farmi curare.
Ho inviato la richiesta via email alle Autorità sanitarie che mi hanno risposto di essere dispiaciuti, ma la mia richiesta di esenzione per motivi medici non è stata accettata, poiché le condizioni cliniche specificate non sono un’indicazione per un’esenzione dalla quarantena.
Sono consapevole che ogni Governo adatti le leggi come meglio crede, ma siamo in Unione Europea e penso sia necessario ricordarlo quando si tratta di tutelare tutti i cittadini».
Alla testimonianza della ristoratrice si aggiungono anche quelle di altri due cittadini:
«Sono a Malta dal 2014, lavoro qui dove ho una mia attività. Non ho avuto possibilità di fare il vaccino in quanto fino al mese scorso ho fatto delle cure ormonali e il mio ginecologo mi aveva sconsigliato di farlo.
Dopo un anno di solo lavoro e lockdown qua a Malta volevo tornare in Italia, ma non posso permettermi di fare la quarantena al ritorno e trovo assurdo soprattutto doverla fare in una struttura a pagamento.
Dall’altra parte i miei genitori sono guariti dal Covid ad aprile, ma Malta non accetta il green pass con una sola vaccinazione, e sinceramente non posso continuare a vedere la mia famiglia attraverso le videochiamate».
F.A.
«Sono a Malta da sei anni e lavoro come tassista. Io non posso vaccinarmi perchè ho subito un trapianto e di tanto in tanto vado in Italia per fare delle visite mediche. A breve dovrò ritornarci, ma al mio rientro sull’arcipelago non potrò permettermi di stare ulteriormente quindici giorni a casa senza lavorare».
P.A.
Queste persone sono consapevoli che la vaccinazione sia utile per contrastare la diffusione della pandemia da Covid-19, ma nel loro caso questa rappresenterebbe un ulteriore pericolo per la loro salute già minata da problematiche serie, come confermano i medici che le hanno in cura.
Ciò non significa evitare di sottostare alle disposizioni governative, anzi, semplicemente porre all’attenzione delle Autorità esigenze specifiche per situazioni particolari non dettate da scelte personali, bensì da esigenze purtroppo molto serie.
Sembra chiaro che questo atteggiamento poco lungimirante e ottuso porterà molti ad andarsene e molti lo hanno già fatto.
Penso che sia assurdo tutto ciò e ancora di più aver passato il covid-19 e ricevere dalle autorità Maltesi un certificato di guarigione con specificato che a Malta non vale, ma se invece vai in Italia è accettato, incredibile.
Noi siamo vaccinati compreso mio figlio di 12 anni, nonostante ciò rimaniamo solo il tempo che mio figlio finisca le medie, ci siamo stancati di molti fatti accaduti in questi 7 anni. Attualmente i contro superano i pro e ce ne andremo sapendo che avevamo scelto Malta e non eravamo scappati da una situazione difficile anzi tutt’altro, la scelta era stata fatta per un’esperienza di vita.
Buon go back to your country a tutti
Io ho fatto il Covid mentre mi trovavo in Italia, negli stessi giorni mi è arrivato il messaggio per la prima dose di vaccino a Malta e non ho potuto farla, ho telefonato per rimandarla ma non hanno voluto sentire ragioni, dopo sei mesi sono riuscito a farmi il vaccino in Italia (Pfizer) e adesso ho green pass Europeo con una dose (1/1) che vale in tutta Europa escluso a Malta: non posso tornare a casa perchè dovrei farmi la quarantena, faccio un lavoro che mi porta a volare tutti i giorni per le nazioni europee pertanto se rientro a Malta potrei perdere il lavoro, ho un’attività commerciale a Malta con un socio … ho scritto al Ministry of Health ma non mi hanno mai risposto, al Consolato Italiano dicono che non possono fare nulla … venderò la mia casa e cederò il 50% della mia attività, è incredibile che si parli di Europa quando non esiste!
Il trattamento genomico mRNA – erroneamente chiamato “vaccino” – non aiuta affatto a “contrastare la diffusione della pandemia”. Esso infatti genera anticorpi non sterilizzanti e di breve durata (3 5 mesi). La sua unica funzione transitoria è quella di diminuire la gravità dei sintomi della malattia. I più recenti dati epidemiologici dimostrano che la diffusione avviene prevalentemente tra i soggetti inoculati. La sconsiderata introduzione del cosiddetto “lasciapassare covid” da parte del Governo Italiano, ha indotto un falso senso di sicurezza nella popolazione inoculata spingendola ad abbandonare le elementari norme di sicurezza ed i test periodici.