In questi mesi abbiamo trattato, a più riprese, la piaga dei rifiuti che coinvolge l’arcipelago. Dalle problematiche relative ai rifiuti sanitari scaricati nei campi di Lija all’accumulo di immondizia nell’isola di Comino, Malta negli ultimi anni si è trovata al centro di questa tematica, con gli stessi cittadini che si ritrovano ad essere testimoni del degrado che cosparge le strade del Paese.
Ad ulteriore conferma del malcontento che serpeggia tra i residenti raccogliamo con dispiacere la testimonianza di un nostro lettore, Fabio S., che porta alla luce la situazione della gestione dei rifiuti di Birzebbugia. Di seguito la lettera:
«Vi invio queste foto per denunciare lo stato di inciviltà permesso dalla Amministrazione comunale di Birzebbugia riguardo lo stoccaggio domestico della spazzatura.
Da queste parti quasi nessuno rispetta la raccolta differenziata e, per questa ragione, continuo a chiedermi per quale motivo non si metta a disposizione un contenitore della spazzatura migliore in termini estetici e di igiene.
Nelle foto potete assistere alla situazione dell’incrocio tra Triq San Mikiel e Triq santa Katarina, praticamente a circa 5 metri dall’area della scuola elementare dove giocano i bambini».
La testimonianza di Fabio ci pone irrimediabilmente di fronte ad una situazione che si è protratta oltre, e che, attualmente, comporta un rischio sanitario ulteriore dovuto alle elevate temperature che hanno colpito l’arcipelago nelle ultime settimane.
Infatti, negli ultimi anni è stato dimostrato, a più riprese, il rischio comportato dai rifiuti organici abbandonati che, in particolare, con l’afa e le alte temperature accelerano il proprio processo di putrefazione e liquefazione rilasciando miasmi che possono causare danni respiratori a bambini e anziani aumentando, inoltre, il rischio di diffusione batteriologica.
Come ricordato proprio dalla lettera del nostro lettore, tale accumulo dei rifiuti si collocherebbe nei pressi di aree frequentate dai bambini, aumentando così la necessità di intervenire quanto prima.
Nonostante le multe e gli organi preposti al controllo dello smaltimento dei rifiuti, lo sconforto dei residenti trova spesso appoggio in quella che, secondo il nostro lettore, è la sensazione di una maggiore “severità” nei confronti dei cittadini non nativi di Malta:
«Abito vicino a queste “postazioni” e trovo ingiusto che le autorità facciano rispettare le leggi al millimetro solo quando si trovano di fronte ad un residente straniero.
Ieri, ad esempio, ho ricevuto una multa perché la mia moto occupava il 53% di un posto auto, il tutto, proprio di fronte allo “scempio” che vi ho testimoniato in foto.
E’ ora di finirla di giustificare gli abitanti solo perché nativi. Il pianeta, la salute e la decenza sono un bene e un diritto di tutti».
Nel 2022 siamo irrimediabilmente entrati a far parte di un’era dove, mai come oggi, siamo posti d’innanzi ad una delle più grandi crisi climatiche della storia del nostro pianeta con in gioco il destino dell’umanità.
Nei prossimi anni dovremo fare enormi sacrifici e passi da gigante per tornare a dirigerci verso una situazione maggiormente sostenibile per la Terra e, per questa ragione, rimaniamo attoniti nell’assistere come non si riesca a gestire un problema che, seppur arduo considerato il territorio, sicuramente risolvibile o almeno arginabile, perchè non solo legato a questioni pratiche e logistiche, ma anche a quelle che riguardano cultura e senso civico, oltre al rispetto degli altri e dell’ambiente.
Purtroppo la realtà ci dice che viviamo in un mondo dove la parola green fa spesso rima con interessi e dove l’ecosostenibilità rappresenta poco di più di un’opportunità elettorale per i politici che non sembrano avere realmente a cuore questo tema.
Nonostante ciò, continuiamo a sperare, un giorno, di potervi raccontare più spesso storie come quella della maxi-raccolta di rifiuti perpetuata dai 70 volontari di Magħtab e scrivere di meno riguardo la miriade di promesse che le amministrazioni cittadine e le istituzioni non riescono a mantenere nei confronti della comunità maltese (e mondiale).
Nell’auspicio che questa situazione possa presto cambiare, ringraziamo Fabio per la sua lettera e, inoltre, invitiamo coloro che volessero inviarci la propria testimonianza o condividere la propria esperienza riguardo tematiche di pubblico interesse a contattarci all’indirizzo [email protected]