In questi giorni risuona forte la richiesta d’aiuto degli animalisti maltesi scesi in piazza a manifestare contro la difficile situazione degli animali randagi presenti nell’arcipelago e le pratiche attuate dall’Animal Welfare che, attualmente, continua ad essere oggetto di forti perplessità.
I protestanti si sono infatti radunati la sera di mercoledì 15 giugno fuori dalla sede del Parlamento, dove avrebbero anche incrociato il Ministro dei Diritti degli Animali Anton Refalo ed il Segretario Parlamentare Alicia Bugeja Said che, però, avrebbero evitato la folla “rifugiandosi” nella propria autovettura.
Per spiegarci gli aspetti più controversi dell’Animal Welfare abbiamo contattato la responsabile dell’ONG Kitty Guardians For Strays, Miriam Borg Debrincat, che ci ha rivelato le maggiori criticità nella gestione degli animali randagi in quello che sembrerebbe un sistema che, di fronte alla mancanza di fondi, di formazione e di sensibilità da parte dei propri dipendenti, risulterebbe scarsamente efficace nel salvataggio degli animali recuperati.
La situazione riporterebbe alla mente i cosiddetti “Kill Shelter”, ovvero, particolari tipologie di rifugi che abbiamo tristemente imparato a conoscere per le vicende di Prijedora (Bosnia ed Erzegovina), ove, gli animali vengono mantenuti in condizioni disumane e spesso, per via del costante incremento della natalità dei randagi degli ultimi anni, sono soggetti ad una campagna di soppressione preventiva di numerosi esemplari.
L’allarme è stato lanciato tra le righe di un post Facebook proprio da Borg Debrincat, da anni devota nell’offrire rifugio ai gatti randagi dell’arcipelago:
«I Kill Shelters non dovrebbero teoricamente esistere ma questa pratica va avanti da molto tempo ed è stata creata proprio dall’Animal Welfare istituito dallo Stato maltese. Molti esemplari hanno perso la vita solo per leggeri malesseri o necessità di recupero dal costo superiore ai 50 euro. Inoltre, il protocollo dell’Animal Welfare prevede che questi animali appena nati e talvolta malati vengano provvisti di chip e ciclo vaccinale, esponendoli a rischi inutili, assurdi e poco professionali».
Sul banco degli imputati vi è l’Animal Welfare Directorate, i cui protocolli, sarebbero al centro delle contestazioni delle associazioni animaliste che accusano il servizio governativo di eccessiva rigidità e scarso interesse verso le reali condizioni dei randagi.
Questo malcontento unito a numerosi casi di animali recuperati e incolpevoli vittime di maltrattamenti, ha condotto gli animalisti a scendere in piazza per chiedere una revisione delle pratiche a sostegno dei diritti degli animali.
Animal Welfare e le contraddizioni sulla cura dei randagi
Durante la nostra chiacchierata con Miriam Borg Debrincat dell’ONG Kitty Guardians For Strays abbiamo cercato di capire di più riguardo l’eventuale fallimento dell’Animal Welfare nel fornire un servizio efficace per il bene degli amici a quattro zampe che vivono tra le strade maltesi.
Ascoltando le testimonianze dei presenti alla protesta è emerso come negli ultimi anni si siano verificati diversi casi di animali randagi che non sono stati curati con la dovuta attenzione o che, ancora peggio, spesso sono stati maltrattati o “addormentati” quando le spese venivano giudicate eccessive.
Il mirino della protesta ha virato anche in direzione delle perplessità riguardo le reali competenze e i mezzi a disposizione degli impiegati dell’AW che, come ci riferisce Borg Debrincat:
«Molti lavoratori all’interno dell’Animal Welfare non hanno le competenze, la passione e l’interesse di salvare la vita a questi animali che, nello specifico, per quanto riguarda i gatti, sono in forte sovrannumero. Pensa a tanti randagi che vista l’assenza di aree apposite sono costantemente esposte al pericolo auto, malattie, maltrattamenti. Se non hai la passione adatta rischi di trattare questo lavoro come un fastidio».
A sostegno di queste parole sono svariati i casi, i nomi e le testimonianze portate alla luce dai presenti che confermerebbero diverse falle nel servizio del Benessere degli Animali.
Inoltre, diversi manifestanti fanno riferimento ad un accordo tra il servizio governativo per gli animali e una nota clinica privata veterinaria dell’arcipelago che, in tal caso, renderebbe ancora più alti i costi delle terapie scoraggiando spesso il proseguimento del trattamento, come riferito anche da Borg Debrincat:
«Se il costo di un randagio supera i 50 euro spesso per loro non vale la pena di continuare il trattamento e la scelta ricadrebbe nel mettere “a dormire” l’animale. Per questo diventa difficile per noi rivolgersi all’Animal Welfare. In più, spesso, anche le tempistiche dell’intervento si protraggono nel tempo rendendo inutile la chiamata».
Con la mancanza di dipendenti specializzati nella cura degli animali diventa difficile per i randagi recuperati dalle migliaia di volontari dell’arcipelago ricevere le attenzioni adeguate. In molti casi a questo aspetto si è aggiunta una denotata mancanza di sensibilità e motivazione di spingersi oltre agli ostacoli e fare di tutto per salvare la vita di queste creature portando alla ribalta diversi interrogativi riguardo la reale efficacia di un servizio che, prima di tutto, dovrebbe garantire il benessere degli animali:
«Dal mio punto di vista quello che effettua l’Animal Welfare si limita spesso ad essere un servizio di delivery. A volte siamo costretti a rivolgerci a loro per l’enorme quantità di richieste e di emergenze che gestiamo».
A chiedere maggiore considerazione per la vita degli animali recuperati, centinaia di volontari si sono radunati mercoledì 15 giugno davanti al Parlamento di Valletta, accompagnati dai propri amici a quattro zampe.
La protesta per gli animali fuori dal Parlamento
La manifestazione organizzata da Joanna Mallia e Maxine Borg ha visto gli attivisti esporre striscioni richiedenti maggiore giustizia verso gli animali randagi e un’azione immediata da parte del ministro per i Diritti degli Animali, Anton Refalo, e della Segretaria Parlamentare Alicia Bugeja Said, aspramente contestata per essere “scappata” all’interno dell’automobile ignorando le domande dei presenti.
Come riferito proprio da Borg Debrincat:
«Il problema dell’Animal Welfare è secondario quando chi deve controllarne l’efficacia non sembra pronto ad occuparsi del ruolo costantemente. Siamo preoccupati che le cariche ricoperte da Anton Refalo (Ministro della Pesca, del Cibo e dei Diritti degli Animali) possano essere in contrasto tra loro. Siamo anche feriti dall’atteggiamento di Alicia Bugeja Said che, una volta uscita dal Parlamento, invece di fermarsi a parlare con noi ha fatto un sorrisetto ed è letteralmente scappata via con la macchina senza fermarsi».
Le proteste dei presenti sono continuate sui canali social dei due politici, tanto che, il Ministro Refalo e Alicia Bugeja Said hanno voluto incontrare una delegazione dei protestanti 48 ore dopo, in un meeting così “dipinto” da una portavoce della Segretaria:
«L’incontro è stato proficuo. Sono state discusse diverse questioni e il segretario parlamentare Bugeja Said ha ribadito il suo impegno per l’attuazione del manifesto elettorale per il settore».
Anche i manifestanti sono sembrati soddisfatti dell’esito dell’incontro, come confermato da una delle rappresentanti, Joanna Mallia, che ha riferito come i ministri siano sembrati “ricettivi alle loro proposte“, rinnovando l’interesse di rivedere due schemi per realizzare ulteriori strutture per i randagi prima di una riunione di aggiornamento fissata nel giro di poche settimane.
Le idee esposte dai volontari sono sul tavolo e se, come sembra, è stato rivitalizzato l’interesse del Ministero nel porre maggiore attenzione nelle pratiche dell’Animal Welfare nella più generale volontà di salvaguardare questi animali, la speranza è quella che la situazione possa finalmente essere arrivata ad una svolta.
Lasciamo le coordinate bancarie ai nostri lettori che fossero interessati ad aiutare il rifugio Kitty Guardians For Strays nel fornire cure e cibo ai randagi salvati. BOV Mobile & Donazioni Revolut: 00356 77042556, Donazioni Paypal: paypal.me/kittyguardiansmalta, Donazioni bancarie: MT52VALL22013000000040022180162 (Miriam Borg Debrincat).