Sulla specificità della situazione italiana si è accesso il dibattito. Il punto di vista del professor Mounk, della Hopkins University, potrebbe interessarci tutti.
Intervistato dalla televisione canadese CBC, il professor Yascha Mounk, della Johns Hopkins University di Washington, risponde alla domanda «Perché il coronavirus ha colpito tanto duramente in Italia?». Si tenga presente che l’intervista è stata pubblicata il 16 marzo scorso.
Penso che la questione «Perché l’Italia?» — dice Mounk — sia la questione più importante e ha una semplice risposta: Per nessun motivo. L’unica cosa che rende differente il caso italiano è che i primi due casi di trasmissione locale del virus hanno avuto luogo 10 giorni prima di quanto non sia successo in Germania, negli Stati Uniti o in Canada. Per cui se le altre nazioni non reagiscono subito con estremo vigore, diventeranno come l’Italia.
Ci sono stati più di 1800 morti da Covid-19 in Italia (dati aggiornati allo scorso 15 marzo, ndr) con 24.747 casi confermati di coronavirus. È il tasso di mortalità più alto tra tutte le nazioni coinvolte. Più alto della Cina, che ha 3200 morti su 81.000 casi confermati.
Secondo Mounk, che rispondeva ricordiamolo alla televisione canadese, i canadesi non dovrebbero sentirsi rassicurati dal basso numero di morti finora registrati.
Il mio messaggio ai canadesi — prosegue — è che molte nazioni del mondo hanno pensato che, per qualche motivo, potevano sentirsi più al sicuro dal virus, e che ogni volta così non è stato.
I canadesi non sono esenti dalla morte per epidemia e di sicuro non sono esenti dal diffondersi di una pandemia globale.
Ora basta provare a sostituire la parola «canadesi» con la parola «maltesi».