Coronavirus: dietro alla freddezza dei numeri un allarmismo davvero ingiustificato. Psicosi di massa e media che soffiano sul fuoco. Carlo Campione ci invita a tornare con i piedi per terra.
Non amo cavalcare l’onda quando le notizie sono golose per i lettori, la massima visibilità dovrebbe essere appannaggio dei presentatori tv che rincorrono lo share, oppure dei produttori cinematografici a caccia del boom al botteghino, ma vedere frotte di giornalisti scrivere articoli dai toni apocalittici per accaparrarsi il maggior numero di lettori è davvero eticamente deprecabile.
Il caso Coronavirus
Il caso della “moda” del Coronavirus è emblematico, titoli in pompa magna sui giornali, speciali televisivi ad ogni ora del giorno, e post su internet che descrivono la peggiore delle piaghe d’Egitto stanno terrorizzando milioni di persone.
Il compito dei media nei casi di emergenze mediche come quella del Coronavirus dovrebbe essere quello di educare le persone, spiegare quali sintomi provoca il virus, come viene trasmesso, e come comportarsi per limitarne l’eventuale contagio.
Inoltre bisogna basarsi su dati reali, che nel caso di malattie sono numeri, e la matematica, come tutti sanno, non è un’opinione.
I numeri del Coronavirus
Secondo i dati aggiornati al 22 febbraio 2020 il Coronavirus conta 2.360 decessi nel mondo, i contagiati sarebbero 77.662, ed i pazienti già guariti 21.029.
Al momento i decessi in Cina sono in diminuzione, e i nuovi contagiati sono 397, quando quelli del giorno precedente erano 900.
Il primo studio sul nuovo virus indica che ha una bassa mortalità, il 95% dei malati non ha gravi complicazioni, sono colpiti sopratutto gli anziani e poco i bambini.
I morti in Italia sono 2, una donna di 77 anni le cui cause della morte sono ancora da chiarire, ed un uomo di 71.
Il presunto paziente 0 è risultato invece negativo al test del Coronavirus.
Il paziente 1 sarebbe un uomo di 38 anni di Codogno, ricoverato in ospedale il tampone ha dato risultato negativo, potrebbe aver preso una forma leggera del virus.
A Malta ci sono 3 pazienti in quarantena preventiva, null’altro, non c’è nessun motivo per preoccuparsi.
Gli altri virus nel mondo
Snocciolati i dati del Coronavirus riguardanti l’Italia, la Cina, Malta e il pianeta Terra, i numeri ci dicono che la famigerata Sars del 2003 aveva fatto 774 morti su soli 8.096 contagiati.
Questo dimostra che il Coronavirus si trasmette più facilmente, ma il che il suo tasso di mortalità è nettamente inferiore, inoltre dopo 17 anni il mondo è più globalizzato, e le persone circolano più facilmente per il mondo.
Il virus Ebola, una cui epidemia è ancora in corso in Congo, ha invece un tasso di mortalità altissimo, stimato intorno al 50%.
Vediamo i numeri dell’influenza stagionale, un virus che cambia ogni anno e per il quale vengono prodotti milioni di dosi di vaccino.
Nella sola Italia ogni anno si ammalano di influenza dai 3,5 ai 7 milioni di persone, i morti possono essere più di 400 ogni anno, quelli che muoiono per complicanze causate dal virus influenzale stagionale possono invece superare le 8.000 unità
In Europa ci sono ogni anno circa 50 milioni di malati con sintomi d’influenza, e fino ad 1 miliardo nel mondo (dati Oms).
Conclusioni
Alla luce dei fatti, pardon dei numeri, la comune influenza stagionale è più pericolosa del Coronavirus (COVID-19), che però risulta più contagioso, un pericolo che al momento è solo potenziale.
Quando vedrete su Facebook un vostro amico commentare il Coronavirus come se fosse il Virus T prodotto dalla Umbrella Corporation, del videogame e film Resident Evil, copiate e incollate questo articolo, da me scritto alle 2 di notte, per tranquillità mia e vostra.