L’Unione Europea è l’aggregazione degli Stati sovrani i quali condividono la circolazione di persone, beni, servizi, imprese sotto una unica moneta, con regole identiche per tutti, ed è obiettivo dell’Unione stessa salvaguardare le eccellenze dei singoli membri.
Interessante è per una società o per un professionista poter aprire una propria sede legale o anche distaccata in uno dei Paesi europei al fine di produrre, assumere personale, sviluppare e valorizzare le potenzialità del territorio, partecipando attraverso il pagamento di tasse e tributi locali alla crescita del territorio.
Per tali ragioni è importantissima la Direttiva 2014/92/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio che afferma quanto segue: “Conformemente all’articolo 26, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali. La frammentazione del mercato interno è dannosa per la competitività, la crescita e la creazione di posti di lavoro nell’Unione. Eliminare gli ostacoli diretti e indiretti al corretto funzionamento del mercato interno è essenziale per il suo completamento. Tuttavia, come indicato dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 4 luglio 2012 recante raccomandazioni alla Commissione concernenti l’accesso ai servizi bancari di base, si deve fare di più per migliorare e sviluppare il mercato interno dei servizi bancari al dettaglio. Attualmente, la mancanza di trasparenza e di comparabilità delle spese, nonché le difficoltà di trasferimento del conto di pagamento creano ancora ostacoli alla piena integrazione del mercato, contribuendo a un basso livello di concorrenza nel settore dei servizi bancari al dettaglio. Si devono affrontare tali problemi e devono essere garantiti standard elevati di qualità. Le attuali condizioni del mercato interno potrebbero dissuadere i prestatori di servizi di pagamento dall’esercitare il loro diritto di stabilimento o di prestazione di servizi nell’Unione, a causa delle difficoltà nell’attrarre clienti quando entrano in un nuovo mercato. Inoltre, considerevoli ostacoli al completamento del mercato interno nel settore dei conti di pagamento potrebbero essere dovuti alla frammentazione delle vigenti norme nazionali. Le attività transfrontaliere nel mercato interno sono limitate dagli ostacoli che i consumatori devono affrontare per aprire un conto di pagamento all’estero. I criteri severi di accesso attualmente applicati possono impedire ai cittadini dell’Unione di muoversi liberamente all’interno di essa. Garantire a tutti i consumatori l’accesso a un conto di pagamento ne consentirà la partecipazione al mercato interno e permetterà loro di godere dei benefici del mercato interno”.
La legge stabilisce che chiunque soggiorni legalmente nell’Unione Europea ha il diritto di aprire un conto di pagamento con caratteristiche di base in qualsiasi Paese dell’UE. Tuttavia, chi desidera aprire questo tipo di conto bancario deve risultare conforme alle norme antiriciclaggio.
Alla luce di quanto affermato dalla Direttiva, le banche non possono respingere la richiesta di aprire un conto di pagamento di base, anche se il richiedente non vive nel Paese in cui l’istituto ha sede.
Altresì la direttiva è chiara anche riguardo ai controlli che dovranno essere effettuati dalle banche le quali potranno negare un conto solo qualora non siano rispettate le norme europee sul riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo.
Per questo sembrava doveroso correlare alcune “stravaganti” dichiarazioni rilasciate di recente da figure influenti sul territorio alla Direttiva Europea che sancisce il diritto alla apertura di un conto corrente bancario.
Gli Stati assolutisti, in cui chi regna o chi governa ha il potere assoluto ed illimitato, pensavamo fossero refusi storici. Ci accorgiamo invece che nonostante la voglia di democrazia ed il desiderio di un mondo senza frontiere, esistono ancora oggi realtà in cui il “potente di turno”, CEO o Dirigente che sia, abbia la convinzione di dettare regole al di fuori quelle legate alla democrazia.
Leggere che a Malta qualcuno affermi testualmente “non tutti dovrebbero avere diritto a un conto bancario” lascia tutti basiti, nella qualità di uomini e donne appartenenti alla Comunità Europea.
Tale asserzione contra legem, non rispettosa del Diritto Comunitario, farebbe rischiare alla Repubblica di Malta l’apertura di una procedura di infrazione, così come accaduto in Germania nel 2020 per aver messo in dubbio la preminenza del Diritto Comunitario sul Diritto Nazionale.
Fortunatamente esistono politici illuminati e rispettosi della norma e delle direttive che tendono ad aprire piuttosto che a chiudere sia i confini territoriali, sia quelli finanziari.
Tanto si doveva ad una chiara lettura delle norme europee tendenti sempre a garantire i Diritti Umani violati siano essi penali, amministrativi, civili o dettati solo da dichiarazioni singolari.
Conto corrente per le aziende subito, da quando le banche prendono 7 mesi e anche più per aprire un conto a una compagnia che lavora a malta da residente, non viene più nessuno, con perdite sul PIL, si alimenta il movimento di denaro in contanti non pagano il VAT, e tutti quelli che hanno investito sugli appartamenti avranno una grossa perdita oerche non li affitteranno.
Conto subito alle Aziende.