Dopo giorni di forti pressioni esercitate da più fronti in seguito allo scandalo delle chat private con migliaia di messaggini WhatsApp diffusi online tra la deputata laburista e Yorgen Fenech, principale indiziato dell’omicidio Caruana Galizia, Rosianne Cutajar ha deciso di fare un passo indietro e lasciare il Partito Laburista poco prima che lo stesso Partito si riunisse per decidere delle sue sorti. Rimarrà comunque in parlamento, ma come candidata indipendente.
La vicenda aveva messo in forte imbarazzo il governo, preso di mira per non aver avanzato provvedimenti nei confronti della Cutajar che, già lo scorso anno, aveva subito le conseguenze della decisione presa dall’Assemblea del Consiglio d’Europa, che aveva giudicato “molto grave” la violazione al codice etico della donna, incapace di rivelare gli effettivi rapporti intrattenuti con Fenech quando quest’ultimo stava affrontando una serie di controlli legati alla sua 17 Black.
«Due anni fa mi sono assunta la responsabilità politica e ho pagato pegno dimettendomi dalla carica di segretario parlamentare, anche se non ho commesso alcuna illegalità» scrive Cutajar in un lungo post diffuso poco fa su Facebook, nel quale continua a difendere a spada tratta la sua posizione, negando di aver commesso alcuna illegalità.
«Ho continuato a lavorare nel Partito Laburista e sono stata approvata dalla Conferenza Generale per partecipare alle ultime elezioni generali dove sono stata rieletta con circa 2.200 preferenze che fanno di me la seconda donna che ha guadagnato unità – continua Cutajar, sottolineando – Ho continuato a lavorare e contribuire al Partito e al Paese senza pretese, anche se sentivo che c’era la possibilità che non sarei stata ingiustamente selezionata per lavorare al Gabinetto».
L’ex deputata laburista torna poi sulla faccenda delle chat private tra lei e Fenech diffuse online dallo scrittore Mark Camilleri, affermando: «È stato compiuto un attacco disumano, vendicativo e personale contro di me in cui una persona ha violato un’ordinanza del tribunale ed è fuggita dal Paese. Questo attacco è stato pubblicamente condannato come grave, in un momento appositamente scelto della mia vita (la scorsa settimana aveva annunciato di essere incinta n.d.r.) e dal quale non è trapelato nulla di nuovo. Improvvisamente, dopo la solita insistenza di alcuni, sono iniziate le pressioni su di me per assumermi una qualche responsabilità politica per la seconda volta. Ho chiesto cosa è cambiato ma non mi è stata data risposta».
«Non voglio essere un peso per nessuno. Per questo, a malincuore, vi comunico che non farò più parte del Gruppo parlamentare laburista. Continuerò comunque a servire come membro indipendente del Parlamento, in linea con i principi laburisti» ha concluso Cutajar, aggiungendo che si prenderà del tempo per prendersi cura della sua famiglia, «e perché no, per godermi di più la mia vita professionale, cosa di cui sono stata privata negli ultimi 13 anni».
Reagendo alla notizia, il leader del Partito Nazionalista, Bernard Grech, sempre sui social, addita il Primo Ministro Robert Abela, definendolo un «debole con le mani legate», che «non ha avuto la forza e il coraggio di prendere provvedimenti contro Rosianne Cutajar».
«Dopo aver passato quindici giorni a difenderla e a tacere di fronte a quanto rivelato, questa sera Cutajar lo ha sfidato e ha annunciato le dimissioni dal gruppo parlamentare laburista, e di voler continuare a occupare il suo seggio parlamentare» ha aggiunto Grech, concludendo con: «Abela, con la sua debolezza, ha perso ogni controllo del Partito e del Governo che guida».