Piove sul bagnato per Rosianne Cutajar, la deputata laburista finita nell’occhio del ciclone per i presunti rapporti con Yorgen Fenech, in un momento in cui l’uomo, sospettato di essere il mandante dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, stava affrontando una serie di controlli legati alla sua 17 Black.
Tra i due ci sarebbe stato uno stretto legame, che troverebbe fondatezza nelle migliaia di messaggini WhatsApp resi pubblici nei giorni scorsi da Mark Camilleri, scrittore che dovrà ora affrontare una causa per diffamazione, intentata dalla stessa Cutajar.
Ma è proprio secondo questi stessi messaggi che potrebbero ora sorgere nuovi grattacapi per Cutajar. Stando a The Shift News, la 35enne avrebbe infatti omesso guadagni extra nella dichiarazione dei redditi da parlamentare, obbligatoria per tutti coloro che ricoprono la carica, al cui interno vanno inserite le somme percepite per ogni lavoro svolto.
Nello specifico, non avrebbe dichiarato i redditi derivati dall’impiego presso l’Institute of Tourism Studies (ITS), agenzia governativa nella quale avrebbe lavorato per tre anni, a partire dal 2019, in qualità di consulente.
Sempre secondo le indagini del quotidiano d’inchiesta, nella dichiarazione dei redditi del 2019 di Cutajar non ci sarebbe traccia dei 27.000 euro che avrebbe percepito da ITS, a fronte di 24 ore lavorative settimanali, e nemmeno dei 9.000 euro che avrebbe ricevuto da Yorgen Fenech per una consulenza su una trattativa immobiliare.
Già ai tempi, la deputata laburista aveva affermato al Times of Malta di aver inserito nella dichiarazione tutto ciò che era richiesto nel modulo. Dichiarazione che però stride con quanto riportato nel documento, sul quale sempre The Shift News ha potuto mettere mano.
Cutajar avrebbe infatti dichiarato “solo” 74.000 euro nel 2019, 44.000 euro circa derivati dal suo lavoro presso l’ufficio del Primo ministro ed altri 31.000 euro circa per quello in Parlamento. Dei 27.000 euro ci sarebbe traccia solo nella dichiarazione dei redditi personale della donna, che nulla ha a che vedere con quella parlamentare.
A proposito dell’impiego in ITS, sempre nelle chat WhatsApp diffuse online nei giorni scorsi, Cutajar avrebbe dichiarato a Fenech di sentirsi “autorizzata” ad accettare un lavoro aggiuntivo oltre a quello governativo, visto che “lo fanno tutti”. Tuttavia, la conversazione, risalente al luglio 2019, striderebbe però con la data d’inizio della collaborazione tra la parlamentare e l’azienda, che sul contratto viene indicata nel maggio 2019, ovvero due mesi prima, innescando quindi dubbi che lo stesso contratto possa essere stato retrodatato.
La questione rischia di far diventare il governo una pentola a pressione pronta a esplodere. Il Partito Nazionalista ha infatti puntato il dito contro il Primo ministro Robert Abela per non aver preso provvedimenti su Cutajar, alla luce di quanto emerso dalle chat con Yorgen Fenech. Dal conto suo, secondo Times of Malta Abela avrebbe ribadito il concetto che la deputata ha già pagato un caro prezzo per le sue azioni, facendo riferimento all’abbandono del suo ruolo all’interno del Gabinetto.
Una presa di posizione che non è andata giù ai nazionalisti che, per bocca dei parlamentari Claudette Buttigieg e Mark Anthony Sammut, ha sollevato più di un dubbio su quanto stia accadendo: «Cosa sa Rosianne Cutajar del finanziamento potenzialmente illegale al Partito Laburista?», avanzando l’ipotesi che il Primo Ministro possa essere stato ricattato, «Altrimenti non si spiegherebbe perché a Cutajar sia stato permesso di candidarsi alle ultime elezioni generali, quando i contenuti delle chat erano già noti, e perché continui a difenderla anche ora, dopo la divulgazione pubblica di quelle stesse chat».