Dopo le dimissioni di Clayton Bartolo da ministro del Turismo e l’espulsione dal gruppo parlamentare del Partito Laburista sulla scia degli scandali che lo hanno travolto, il Premier Robert Abela ha dovuto riassegnare le responsabilità che gli aveva affidato.
Così, ora, a Ian Borg, già “oberato” dall’incarico di vicepremier e di ministro degli Esteri, va anche la pesante guida del Turismo.
Il Primo Ministro – si legge nella nota diffusa dal suo ufficio – «ha compiuto questo passo per il legame tra la politica estera, le esigenze dei piccoli Paesi e il lavoro a favore della qualità, già avviato nel settore del turismo, un settore altrettanto importante per il nostro Paese».
Parallelamente, il segretario parlamentare per la Pulizia pubblica, Glenn Bedingfield, continuerà a mantenere il suo attuale incarico, ma passerà sotto l’“ombrello” del Ministero dell’Ambiente, dell’Energia e della Pulizia Pubblica guidato dal ministro Miriam Dalli.
Ad assume, invece, la responsabilità del chiacchierato comparto dell’industria cinematografica sarà il ministro della Cultura, Owen Bonnici.
Clayton Bartolo è stato costretto a rassegnare le dimissioni martedì 26 novembre dopo settimane di pressioni esercitate da più fronti in seguito a quanto emerso nel rapporto redatto dal Commissario per gli Standard nella Vita Pubblica che lo accusava, insieme al ministro di Gozo Clint Camilleri, di abuso di potere, abuso di fondi pubblici e violazione del codice etico in merito all’assunzione della moglie, Amanda Muscat, in ruoli di consulenza presso i due Ministeri nonostante mancasse delle qualifiche e dell’esperienza necessaria per ricoprire gli incarichi che, di fatto, non avrebbe neanche mai svolto.
Tuttavia, a metterlo alle corde, è stato il sospetto che, sempre la moglie, possa aver intascato una tangente di 50mila euro da una società privata collegata a un ex ciclista professionista italiano sotto contratto con la Malta Tourism Authority. I pagamenti sospetti, avvenuti in un periodo di circa sei mesi, sono stati segnalati alla polizia dalla FIAU con l’accusa di presunto riciclaggio di denaro.
Nel frattempo, ieri, Amanda Muscat ha restituito i 16.407 euro dovuti per compensare i pagamenti in eccesso che ha ricevuto per (non) svolgere l’attività di consulenza presso i due Ministeri.
In una lettera indirizzata al segretario permanente, Tony Sultana, Muscat ha ribadito la sua innocenza e di aver agito “da manuale”, in conformità con i regolamenti. Ha quindi rimborsato la somma solo «in rispetto delle istituzioni».
(immagine di archivio)
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