Volano stracci tra PN e PBS. Dopo l’accusa di divario tra il numero di interviste mandate in onda dei rappresentanti di governo e opposizione rivolta alla PBS dal Partito Nazionalista, la Broadcasting Authority (BA) ha condotto un’analisi dei notiziari che ha interessato gli ultimi 11 mesi, (aprile 2023 – febbraio 2024), ed in un clima da “fiele-visione”, è giunta ad un verdetto di colpevolezza.
Tutto sarebbe partito da un’intervista al ministro della Cultura Owen Bonnici del 1° febbraio scorso sul concorso canoro Eurovision, intervista finita sotto la lente della contestazione da parte del PN, caso che l’Autorità per le trasmissioni radiotelevisive ha ritenuto opportuno dover esaminare.
Il segretario generale del PN Michael Piccinino e l’ex deputato del PN, l’avvocato Francis Zammit Dimech, hanno accusato la PBS di squilibrio e nonostante due pregresse decisioni della BA in cui negli ultimi anni si esortava l’emittente nazionale ad essere imparziale, questi divari – hanno affermato – sarebbero proseguiti.
Ciò sarebbe emerso durante le audizioni dell’autorità, in cui i rappresentanti del Partito Nazionalista hanno sottolineato che, stando ai dati a disposizione, ci siano state 351 interviste a rappresentanti del governo a fronte delle 27 concesse ai membri dell’opposizione.
La Broadcasting Authority, dopo le indagini svolte, ha deciso di accogliere il reclamo del PN dichiarando in buona sostanza che c’è stato un notevole squilibrio tra i passaggi in onda dei rappresentanti del governo e del partito all’opposizione. Il “board” si sarebbe detto non soddisfatto dal livello di neutralità dell’emittente nazionale riscontrato durante quei mesi in cui era ragionevole aspettarsi una copertura più ampia delle diverse opinioni politiche e che, sebbene la chiave dell’equità possa talvolta non riuscire facilmente ad entrare nel serrame dei complessi ingranaggi dell’informazione, ciò tuttavia non dovrebbe automaticamente giustificare un simile sbilanciamento nei vari elementi che compongono un notiziario.
La BA ha proseguito con un monito alla PBS ordinandole di prestare maggiore attenzione e concedere più spazio al partito all’opposizione, viceversa si vedrà costretta ad adottare “misure ulteriori”.
In questa sua decisione – che la PBS avrebbe poi trasmesso in un notiziario – benché abbia riconosciuto che i rappresentanti del governo sarebbero stati intervistati più regolarmente in quanto responsabili dell’amministrazione del Paese, l’Autorità ha tenuto ad affermare senza riserve o dubbi di sorta il suo ruolo a garanzia dell’imparzialità.
A margine di questa vicenda non sono mancati gli accesi commenti del PN secondo cui il Primo Ministro Robert Abela stia in qualche modo approfittando di quella che dovrebbe essere l’emittente nazionale per coprire mancanze ed errori di cui sarebbe responsabile.
Non ci resta che attendere ulteriori sviluppi in questo percorso, fino ad ora a tratti tortuoso, tra democrazia ed informazione.