Diciotto ministri sono stati giudicati colpevoli di violazione del Codice etico per aver svolto attività di auto-propaganda sul giornale del Partito Laburista “KullĦadd” attraverso l’utilizzo di fondi pubblici.
La vicenda è emersa a seguito di un’indagine condotta sull’operato dei politici maltesi e riportata in un rapporto che ora verrà discusso con la Commissione parlamentare per gli standard nella vita pubblica.
La denuncia dei presunti illeciti era stata presentata mesi fa da Robert Aquilina, leader della ONG Repubblika, ma sembra che in realtà il Commissario per gli standard George Hyzler avesse già da tempo iniziato a seguire la vicenda.
Il rapporto finale prodotto da Hyzler e pubblicato nella giornata di lunedì, attribuisce a 18 ministri, ex ministri ed ex segretari parlamentari una violazione del Codice etico ministeriale a causa di in un’attività di auto-promozione politica svolta sull’inserto domenicale del giornale laburista “KullĦadd” del 16 gennaio 2022, finanziata tramite denaro pubblico.
Le pubbliche “vetrine personali”, mirate a dar lustro al proprio operato sotto il governo Abela, sarebbero costate ai contribuenti poco meno di 17.000 euro e, secondo quanto riportato dal Malta Independent, vedrebbero coinvolti Chris Fearne, Roderick Galdes, Aaron Farrugia, Michael Falzon, Clint Camilleri, Silvio Schembri, Anton Refalo, Ian Borg, Carmelo Abela, Clifton Grima, Byron Camilleri, Julia Farrugia Portelli, Owen Bonnici, Edward Zammit Lewis, Michael Farrugia, Chris Agius, Josè Herrera e Miriam Dalli.
In particolar modo, a destare maggior preoccupazione, sarebbe stato l’operato del ministro Ian Borg, dell’ex ministro Edward Zammit Lewis e dell’ex segretario parlamentare Chris Agius, i cui “annunci pubblicitari” avrebbero una connotazione estremamente polarizzata, oltre ad essere stati realizzati violando gli standard in maniera ben più marcata.
Un comportamento maggiormente “cauto” sembrerebbe invece essere stato adottato dai ministri Aaron Farrugia, Julia Farrugia Portelli, Byron Camilleri, Clint Camilleri, Miriam Dalli e Anton Refalo, oltre all’ex ministro Carmelo Abela, che negli annunci da loro commissionati hanno evitato di far inserire il proprio ritratto fotografico.
Nonostante, come ha chiarito il Commissario, il giornale KullĦadd avesse tutti i diritti di pubblicare materiale di questo tipo, l’attività ha comunque violato gli standard del Codice etico nel momento in cui tale materiale è stato sostenuto attraverso l’utilizzo di fondi pubblici.
«Questa spesa, per un totale di 16.700 euro, rappresenta una mancanza di separazione tra il ruolo di ministro e di membro di un partito politico (art. 4.9) e un uso improprio dei fondi pubblici (art. 5.3)» si legge nella dichiarazione di Hyzler riportata da Malta Independent.
Per non finire, in secondo luogo, l’attività svolta dai membri del partito laburista coinvolti nella vicenda, rappresenterebbe inoltre una violazione del principio di imparzialità del servizio pubblico, in quanto funzionari istituzionali hanno dovuto approvare spese a carico proprio dei fondi pubblici per attività politiche.
«Riconosco che la pratica di utilizzare fondi pubblici per pubblicizzare i ministri è esistita sotto diversi governi. Tuttavia lo scopo del mio ufficio è quello di contribuire a un cambiamento di cultura. Non sarebbe compatibile con questo obiettivo se le cattive pratiche fossero scusate e perpetuate con il pretesto che sono in vigore da molto tempo. È stato quindi incoraggiante che, nel momento in cui è sorto il presente caso, i ministri abbiano seguito le linee guida da me emanate. È altrettanto deludente che non siano state seguite nel caso in questione» ha dichiarato il Commissario.
Sulla vicenda si è espressa in modo particolarmente aspro anche l’ONG Repubblika, che ha ironicamente definito l’accaduto come un “nuovo record del buon governo”.
Per Repubblika, inoltre, tali meccanismi governativi andrebbero a colpire i media, premiando le testate “amiche” e relegando in un angolo tutte le altre, in un terreno in cui invece dovrebbe vigere l’assoluta libertà di espressione e di informazione, ma anche di trasparenza. Le spese pubblicitarie dovrebbero infatti seguire standard oggettivi e pubblicamente conosciuti.
La ONG ha poi espresso ammirazione nei confronti del lavoro svolto dal Commissario George Hyzler, esempio di obiettività amministrativa, che presto però dovrà lasciare il ruolo dopo essere stato nominato alla Corte dei Conti europea, destando quindi preoccupazione per chi verrà scelto come sostituto.
Proprio il rapporto prodotto da Hyzler è stato ora trasmesso alla Commissione parlamentare per gli standard nella vita pubblica, che ne discuterà il contenuto il prossimo giovedì.