Il Primo ministro Robert Abela ha parlato per la prima volta dalla morte di Pelin Kaya, la giovane donna di origini turche uccisa da un’auto pirata a inizio settimana. L’occasione è stata un comizio del Partito Laburista, svoltosi nella mattinata di domenica a Zejtun. Abela si è schierato dalla parte della polizia, chiedendo una pronta risposta anche da parte della legge.
Stando a quanto riportato da Malta Today, secondo Abela «non si può avere un Corpo di polizia che lavora instancabilmente, e poi si “demoralizza” quando vede il suo lavoro svanire nel nulla, a causa delle sentenze giudiziarie. I tribunali devono inviare un chiaro messaggio: che la sicurezza è della massima importanza a Malta».
Sempre secondo il media maltese, queste dichiarazioni potrebbero essere indirizzate anche alla recente sentenza che ha visto l’assoluzione di Ismael Habesh e Faical Mahouachi, imputati nell’omicidio del 20enne Simon Grech avvenuto nel 2005.
Tornando alla morte di Pelin Kaya, Abela ha affermato di aspettarsi che i tribunali siano «fermi ed efficienti in ogni fase del caso. Chi non rispetta la legge deve pagarne le conseguenze».
Sull’argomento è arrivata anche la presa di posizione dell’opposizione. Sempre domenica, durante un comizio a Tarxien del Partito Nazionalista, il leader Bernard Grech ha giudicato duramente l’operato del governo. Come riporta Times of Malta, per Grech la morte di Pelin Kaya sarebbe una «conseguenza dell’atteggiamento del “tutto è permesso” del governo», facendo riferimento anche al caso del giovane JeanPaul Sofia, 20enne che ha perso la vita lo scorso dicembre nel crollo di un edificio a Kordin.
Sempre secondo Grech, il governo sarebbe anche responsabile di aver “normalizzato” l’uso di droghe, per mezzo della legge che le ha rese legali. Stessa cosa per il settore delle costruzioni, in particolare case e infrastrutture, dove a detta del leader del PN sono stati abbassati gli standard mettendo in secondo piano il valore della vita umana.