Malta potrebbe ottenere la presidenza dell’OSCE per il 2024. L’ha fatto sapere il governo, che tramite un comunicato stampa ha annunciato di aver ricevuto la raccomandazione dell’intero Consiglio permanente della stessa OSCE, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che conta ben 57 Stati membri.
Il comunicato segue il viaggio del Primo ministro Robert Abela in Austria, accompagnato dal ministro degli Esteri Ian Borg e dal Capo della Segreteria dell’Ufficio del Primo Ministro, Glenn Micallef, dove lunedì ha incontrato Helga Schmid, Segretario generale dell’Organizzazione. Poco prima del rendez-vous, che si è tenuto presso l’ambasciata maltese a Vienna, è arrivata la decisione di designare Malta per la prossima presidenza, al posto dell’uscente Macedonia del Nord. Ora la palla passerà ai ministri degli Esteri dei Paesi membri, ai quali nelle prossime riunioni fissate per giovedì e venerdì a Skopje spetterà la decisione finale sulla nomina.
Questo sviluppo potrebbe rappresentare un punto di svolta per il futuro dell’OSCE. Con il mandato della presidenza in carico alla Macedonia del Nord a fine anno, la candidatura dell’Estonia per ricoprire il ruolo è stata infatti rifiutata dalla Russia, creando così una fase di stallo.
Poco dopo la decisione, Abela ha incontrato il segretario generale dell’OSCE Helga Schmid presso l’ambasciata maltese a Vienna. Il Primo ministro si trovava in Austria per un incontro bilaterale con il cancelliere austriaco Karl Nehammer.
Dal canto suo, Abela ha espresso la propria ammirazione nei confronti di Schmid e dell’intera OSCE, soprattutto in merito al programma di sostegno dell’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. Si è inoltre reso disponibile a continuare sulla strada dei contributi economici in favore dell’Ucraina, mantenendo di fatto attive tutte le misure di supporto. Infine, Abela ha sottolineato come il governo maltese reputi fondamentale il confronto tra le parti nella politica estera.
Nello specifico, l’OSCE è un’organizzazione di sicurezza regionale, la cui presidenza ha il compito di guidare i negoziati tra i 57 Stati partecipanti e di aiutarli a raggiungere obiettivi comuni. Il ministro degli Esteri del Paese avrà inoltre il compito di gestire le situazioni difficili, recandosi anche in zone “calde”, come la già citata Ucraina e l’Europa sudorientale.