A breve l’Italia sarà chiamata alle urne ad eleggere i leader che guideranno il Paese per i prossimi anni e, a farlo, non saranno solo i cittadini residenti entro i confini geografici della penisola, bensì anche quelli sparsi all’estero, numerosissimi secondo le classifiche, compresi quelli a Malta, dove è presente una folta comunità, attiva sul territorio ed integrata nella società a diversi livelli.
Ma cosa cambierà per gli italiani residenti all’estero a partire dal 25 settembre? Quali sono gli impegni diretti e concreti che i candidati stanno mettendo in campo per supportare questa importante fetta di elettori? A spiegarcelo è Giuseppe Arnone, che a questo proposito ha pensato ad alcune iniziative volte a dare valore agli italiani residenti all’estero.
Si parte con il rimpatrio dei “cervelli in fuga”: un dovere per l’Italia, secondo Arnone, è quello di tutelare e sostenere la vera grande ricchezza di una nazione composta da eccellenze, persone di talento, costrette a dover lasciare la propria terra per cercare altrove realtà in grado di valorizzarle. Compito che, invece, spetterebbe in primis alla Madre Patria.
Si passa poi alla creazione del “FIE” (Fondo per gli italiani all’estero non autosufficienti) dedicato ai connazionali che si trovano a sperimentare disagi sociali, e che in una condizione di difficoltà economica non hanno un punto di riferimento istituzionale al quale rivolgersi in tutta riservatezza. A loro andrebbe la creazione di un fondo di sostentamento ricavato da una minima percentuale delle esportazioni dei prodotti italiani all’estero. La civilizzazione di una nazione è tale e forte quando aiuta i più deboli nei momenti di bisogno o necessità.
Il tema esportazioni e Made in Italy potrebbe trovare risalto con la creazione della piattaforma “Sapori d’Italia” rivolta alle micro aziende agricole. Secondo Arnone è indispensabile avviare un processo d’integrazione tra domanda e offerta diretta, partecipe e partecipata con il progetto “Futuro Italia”. L’obiettivo è quello di creare un centro polivalente regionale, strutturato con spazi dedicati al commercio solidale, riservato alle sole aziende produttrici italiane per la vendita dei prodotti agricoli e la lavorazione artigianale a conduzione familiare del “Made in Italy”, personalizzato di regione in regione con aree dedicate alla vendita diretta, logistica, espositiva e culturale. Un nuovo modo di unire passato, presente e futuro.
Infine, non per importanza, c’è la creazione dei CAIE (Centri Ascolto Italiani Estero), un’idea frutto dell’esperienza maturata da Arnone in giro per l’Europa, dove ha spesso constatato una certa assenza da parte delle istituzioni, a suo dire non presenti come dovrebbero in supporto dei connazionali residenti o che intendono trasferirsi all’estero. Di fatto, oltre alla carenza di supporti logistici, non vi sono centri di ascolto dedicati all’accoglienza e al sostegno delle diverse esigenze di coloro che necessitano di supporto in campo tecnologico, informatico, burocratico, economico, fiscale, patrimoniale formativo, informativo e sociale. Per questo, Arnone ritiene indispensabile la realizzazione di uno sportello CAIE oggi più che mai al fine di essere in linea con le prospettive future della vita di tutti i residenti all’estero.