I voti degli elettori italiani residenti all’estero potrebbero essere truccati. A (ri)lanciare l’allarme questa volta è stata la testata italiana Libero, che spiega nei dettagli come bande di falsari riescano sistematicamente a manomettere le schede.
La procedura è semplice. Troppo semplice se paragonata all’importanza della posta in palio. E, a proposito di posta, la truffa inizia proprio dalle cassette delle lettere degli italiani che vivono oltre confine. I falsari infatti ruberebbero i plichi con le schede elettorali, recapitati agli aventi diritto al voto direttamente dalle buche delle lettere, spingendosi in alcuni casi a cercare anche nell’immondizia o nelle discariche.
E poi? nulla di complicato: le schede elettorali vengono compilate come richiesto dal mandante della frode, e spedito al Consolato a nome delle persone che avrebbero dovuto votare.
Stando alla fonte di Libero, intere bande criminali sarebbero già pronte ad agire in Europa (dove gli italiani con diritto di voto sono circa 3 milioni), per truccare le elezioni politiche in programma il 25 settembre, in favore del miglior offerente.
Non solo: il rischio di brogli elettorali riguarderebbe anche l’America del sud, dove il modus operandi sarebbe però diverso, con i criminali pronti a rubare le schede elettorali direttamente dagli uffici postali, in alcuni casi con il benestare di qualche funzionario ben felice di intascarsi qualche entrata supplementare esentasse. Anche in questo caso, le schede verrebbero compilate e spedite al Consolato italiano.
A confermare il pericolo di brogli c’è Simone Billi, candidato alle prossime elezioni: «Bisogna intervenire in forma preventiva per interrompere l’ignobile pratica di furto dei plichi elettorali che si è verificata nel passato. Abbiamo già ricevuto segnalazioni da più parti su operazioni in corso che potrebbero inficiare il corretto svolgimento del voto, come purtroppo è già avvenuto. Anche gli elettori vigilino sulle proprie cassette delle lettere dall’8 settembre, quando i plichi elettorali cominceranno ad arrivare».
A destare preoccupazione è soprattutto la semplicità della truffa: non è necessaria alcuna conoscenza particolare, non bisogna essere hacker informatici o avere alle spalle un’organizzazione criminale potente. E’ sufficiente allungare una mano in una cassetta della posta e voilà, il gioco è fatto.
Un po’ troppo facile, quando in palio c’è il futuro di una nazione.