Un’inchiesta pubblica per far emergere le responsabilità sulla morte di JeanPaul Sofia: a chiederlo è il deputato nazionalista Jerome Caruana Cilia. Sono infatti passati quasi due mesi da quel maledetto 3 dicembre 2022, quando il 20enne perse la vita nel crollo del cantiere di Kordin. Da allora, giustizia non è stata fatta e i responsabili della tragedia ancora non hanno ufficialmente un nome.
E proprio Caruana Cilia in sede di Parlamento ha affrontato l’argomento, riportato da Lovin Malta: «Ho parlato con Isabelle, la madre di Jean Paul, è affranta e ferita. È una tragedia, per lei e per la nazione. Una tragedia inutile che ancora una volta ha fatto capire alla gente che Malta deve trovare soluzioni a questi problemi».
Il deputato ha poi rincarato la dose, affermando che una persona non può morire in questo modo, senza che non ci siano conseguenze: «Non è possibile che tutti tornino alla propria routine quotidiana dopo qualche giorno di condoglianze, copertura mediatica post sui social media. Certe persone in posizioni di autorità non se ne preoccupano, ed è inaccettabile».
Secondo l’esponente del PN, dietro a questo silenzio assordante ci sarebbe la volontà di qualcuno a insabbiare le responsabilità sulla morte del giovane, in nome di interessi ai “piani alti”: «Alcune persone si credono delle divinità. Pensano di poter fare ciò che vogliono e di essere al di sopra della legge, sanno che le persone di potere sono pronte a difenderli, o sono addirittura in affari con loro. È inutile cambiare le leggi se non affrontiamo seriamente e non agiamo correttamente contro questi cow boy. Non lascerò sola Isabelle nella ricerca della verità». La madre della giovane vittima avrebbe infatti detto al deputato che farà di tutto per avere quella giustizia che ancora tarda ad arrivare.
Quella del crollo del cantiere di Kordin è però una storia ancora piena di punti oscuri. Il cantiere prevedeva la conversione in fabbrica di legname di uno stabile già esistente. Ad acquisire il terreno in affitto sarebbero stati Kurt Buhagiar, funzionario della Lands Authority, e Matthew Schembri, titolare di WhiteFrost, azienda specializzata nell’installazione di climatizzatori e da poco entrata nel settore edile.
Entrambi avrebbero alle spalle problemi con la giustizia: secondo resoconti locali, Buhagiar pare infatti essere stato arrestato nel 2009 per traffico di esseri umani dalla Libia, mentre Schembri è accusato di aver assoldato due sicari per far aggredire l’ex suocero. Come architetto responsabile del progetto figura Adriana Zammit, all’epoca e tutt’oggi alle dipendenze dell’agenzia governativa Infrastructure Malta, almeno stando al suo profilo Linkedin.
Schembri avrebbe però subappaltato i lavori a una ditta esterna, appartenente a un uomo di origine serba. E per ironia della sorte, JeanPaul Sofia il giorno della tragedia non avrebbe nemmeno dovuto trovarsi in quel cantiere. Il giovane si sarebbe infatti trovato sul posto solamente per consegnare alcuni materiali necessari agli operai. Pochi minuti che si sono rivelati fatali.