Il ministro delle Finanze non controlla più il portafoglio del Lavoro. Lo ha deciso il Primo Ministro nell’ottica di mettere in campo misure rapide per cercare di concretizzare le raccomandazioni indicate nel rapporto finale dell’inchiesta pubblica sulla tragedia di Kordin che, nel dicembre del 2022, strappò la vita al giovane Jean Paul Sofia.
Nel documento è emerso come Jobsplus (centro statale per l’impiego) non abbia «richiesto un elenco dei cantieri alle imprese appaltatrici con personale per poter effettuare controlli a campione sui lavoratori», pertanto «l’appaltatore è risultato libero di assumere chi voleva e dove voleva senza subire alcuna conseguenza, dato che Jobsplus non aveva modo di sapere dove veniva svolto il lavoro di uno specifico appaltatore» nè di verificare, di conseguenza, se in cantiere fossero presenti operai non regolarizzati per svolgere lavori per lo stesso appaltatore.
«Con questo ragionamento, anche se gli ispettori di Jobsplus avessero trovato Jean Paul Sofia nel cantiere di Kordin, siccome il giovane era stato regolarizzato dalla Whitefrost Limited, probabilmente non sarebbe emersa nessuna irregolarità poiché Sofia risultava effettivamente un lavoratore registrato», non importa con quale azienda.
Inoltre, sono venute a galla falle nei controlli sulle domande di lavoro di impiegati stranieri, oltre che mancanza di coordinamento con Identità, l’agenzia che rilascia i permessi di soggiorno.
A fronte di quanto emerso nel rapporto, come si apprende dal comunicato diffuso dall’Ufficio del Primo Ministro, Abela ha così deciso che Identità e Jobsplus saranno sotto la responsabilità di uno stesso Ministero.
Una scelta giustificata «con l’obiettivo di consolidare e coordinare meglio il lavoro legato alla gestione dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro maltese», poiché «da diversi mesi il Governo sta intraprendendo azioni dirette e coordinate affinché il controllo delle autorità maltesi venga rafforzato, la qualità aumenti e il mercato del lavoro maltese assorba solo i lavoratori di cui ha bisogno», concludendo con «Il passo compiuto oggi mira innanzitutto a rafforzare il coordinamento tra gli enti governativi».
Nel concreto, il portafoglio del Lavoro passerà nelle mani di Byron Camilleri, già ministro dell’Interno e della Sicurezza Nazionale, che si occuperà di attuare la nuova politica nazionale del mercato del lavoro basandosi «sull’importante e forte contributo fornito da Caruana», che lo ha gestito negli ultimi quattro anni.
Il comparto delle Riforme e dell’Uguaglianza da Camilleri passerà invece sotto la guida del vice primo ministro Chris Fearne, mentre il segretario parlamentare Rebecca Buttigieg continuerà ad essere responsabile di questi settori. Infine, quest’ultimo Ministero assumerà il nome di Ministero dei Fondi Europei, dell’Uguaglianza, delle Riforme e del Dialogo Sociale.
PN – Robert Abela non si fida di Clyde Caruana
In un comunicato rilasciato a seguito della notizia del mini-rimpasto di Governo, il Partito Nazionalista ha commentato che quanto accaduto «conferma nuovamente i conflitti interni che pervadono il Gabinetto di Robert Abela» e che «gli attriti delle ultime settimane tra il Primo Ministro e il ministro delle Finanze sono ora venuti allo scoperto».
«Abela non si fida più di Clyde Caruana e l’ha rimosso dalla carica di ministro del Lavoro poche settimane dopo averlo confermato per tale incarico» rimarca il PN, sentenziando che tutto ciò «conferma ulteriormente quanto sia senza direzione il governo di Robert Abela».