Il razzismo è una brutta bestia e va combattuto soprattutto difendendo i diritti delle classi più deboli.
Attorno a questo principio si sono aggregati intellettuali, politici, docenti universitari, esponenti della società civile: in una lettera inviata ai vertici del governo (ma anche dell’opposizione), chiedono di contrastare il razzismo attraverso «l’unità della classe operaia e rispettando la dignità del lavoratore».
Tra i firmatari ci sono anche gli ex primi ministri Alfred Sant e Karmenu Mifsud Bonnici e il presidente emerito Marie Louise Coleiro Preca: tutti convinti che il razzismo aumenterà fino a quando i diritti dei lavoratori non saranno pienamente rispettati.
«La lettera – scrivono Sant e gli altri – è un appello ai nostri politici, in particolare al governo laburista, affinché invece del populismo che infiamma il razzismo e oppone i lavoratori l’uno contro l’altro, riconoscano l’importante legame tra razzismo e disuguaglianze sociali. Chiediamo al governo laburista di riscoprire le sue radici in una classe operaia unita».
Nella missiva spedita ai componenti del governo, si sottolinea che tra le priorità da perseguire ci sono un salario dignitoso, la fine del lavoro precario e miglioramenti delle condizioni di lavoro, specialmente per i più vulnerabili. «Fino a quando queste ingiustizie non verranno affrontate – sostengono i firmatari – la piaga del razzismo si diffonderà».
Sant e gli altri affermano, inoltre, che «le disuguaglianze sociali e gli attacchi militari» della NATO sono tra le principali cause dell’emigrazione forzata, e che quindi è necessario lavorare instancabilmente per la giustizia e la pace.