Una nuova tegola si abbatte sui ristoratori.
Dopo la crisi economica a causa della pandemia da COVID-19, gli esercenti devono fare i conti con la mancanza di personale.
Molti stranieri, infatti, sono tornati nei Paesi di origine e i lavoratori di Malta hanno nel frattempo trovato impieghi differenti.
La stagione estiva è ormai alle porte e dopo le restrizioni degli ultimi mesi è davvero dura dover fronteggiare questa nuova emergenza e non vedere all’orizzonte una via di sblocco.
Della vicenda si è occupato anche il Times of Malta che ha intercettato Julian Sammut, il direttore di una serie di locali maltesi, il quale ribadisce che la carenza di personale è così grave che ha dovuto ritardare l’apertura di tre ristoranti e ridurre gli orari di apertura di altri.
«Senza troppi giri di parole – spiega Sammut – non abbiamo abbastanza personale». Eccone poi spiegate le motivazioni: «Molti stranieri sono tornati a casa, e i maltesi qualificati che sono rimasti senza lavoro durante la pandemia non potevano sopravvivere con l’integrazione salariale, pertanto hanno lasciato il settore trovando un impiego alternativo e ora sono riluttanti a tornare.»
Sammut gestisce molti locali rinomati a Malta tra cui Cafe Cuba, Vecchia Napoli e Chophouse. Attualmente può fare affidamento su circa 350 unità ma ce ne vorrebbero almeno 500.
A peggiorare la situazione c’è anche lo spietato fenomeno della concorrenza sleale. Qualcuno offre il doppio della paga per accaparrarsi camerieri o personale di sala in quello che viene definito una sorta di “bracconaggio“.
Anche il proprietario de “Il-Fortizza“, Vince Micallef, conferma che la carenza di personale e la difficoltà nel reclutarlo sono diventati un tale problema che non ha avuto altra scelta che ritardare l’apertura della parte interna del suo ristorante.
La questione è quanto mai spinosa. Sammut chiede interventi mirati al Governo e propone uno sconto del dieci per cento sull’IVA relativamente all’ambito ospitalità.
Con la speranza che da qui a qualche settimana, quando la situazione tornerà più o meno come prima, si possa contare su nuova forza lavoro che contribuisca alla ripresa economica.