Il costo dei generi alimentari “essenziali” a Malta è aumentato del 37,2% in meno di cinque anni, mettendo sempre più pressione sulle famiglie maltesi, mentre il divario tra ricchi e poveri continua a crescere. È quanto denunciato dal Partito Nazionalista, che ha confrontato i prezzi di una lista della spesa pubblicata dal quotidiano l-orizzont nell’aprile 2020 con gli stessi prodotti acquistati oggi come pasta, uova, latte, carne in scatola, couscous, zuppa liofilizzata, cereali, tè e salsa di pomodoro. Se cinque anni fa lo scontrino ammontava a 65,98 euro, attualmente il costo raggiunge i 90,56 euro.
Questa analisi, spiega l’opposizione, si è basata su prodotti scontati ed offerte speciali, perché se fossero stati scelti quelli a prezzo consigliato al dettaglio, l’incremento sarebbe salito al 45,8%. Nel frattempo, il PN ha sottolineato che gli stipendi e le pensioni sono cresciuti in misura minima, rendendo sempre più difficile per la gente far fronte all’aumento del costo della vita.
Durante una conferenza stampa, i deputati nazionalisti Ivan Castillo, Albert Buttigieg e Graham Bencini hanno evidenziato come questa crisi stia colpendo in particolare i nuclei a basso reddito e gli anziani, il cui potere d’acquisto si è ridotto drasticamente. Oltre agli alimenti e alle bevande – incalzano – anche i farmaci sono diventati più costosi, con molti pensionati costretti a pagare di tasca propria a causa di carenze di medicinali.
Gli esponenti del PN hanno poi citato un rapporto della Malta Central Bank in cui si dichiara che il 45% della ricchezza dell’intero Paese è concentrato nel 10% della popolazione, la fascia più ricca, mentre 134.000 lavoratori a tempo pieno (quasi la metà della forza lavoro maltese) guadagnano meno del salario medio. Questo, hanno detto, significa che decine di migliaia di famiglie faticano a mantenere un tenore di vita dignitoso.
Per fronteggiare il problema, il Partito Nazionalista ha proposto una serie di misure concrete come l’esenzione fiscale per il contributo di adeguamento al costo della vita (COLA), in modo che gli aumenti salariali non vengano “erosi” dalle tasse, e l’introduzione di crediti d’imposta per le imprese, evitando che i datori di lavoro scarichino l’aumento dei costi sui consumatori. Inoltre, l’opposizione propone la creazione di un fondo nazionale destinato alle aziende di import ed export, aiutandole a gestire i costi aggiuntivi causati dall’inflazione, e l’adozione di un nuovo modello economico basato su settori emergenti, che favorisca la creazione di posti di lavoro di alta qualità con stipendi migliori.
Secondo il PN, il Primo Ministro Robert Abela «continua a ignorare la sofferenza delle famiglie maltesi, anteponendo gli interessi del suo “circolo politico” alla necessità di affrontare la crisi del costo della vita. Mentre il divario tra ricchi e poveri si allarga, Abela rimane indifferente alle difficoltà economiche di migliaia di cittadini».
(photo credits: Partito Nazionalista)
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