L’Unione europea ha ufficialmente rifiutato la richiesta del governo maltese di quasi 300 milioni di euro per evitare il crack di Air Malta. È stato un no perentorio alla cifra richiesta ma non alle esigenze della compagnia di bandiera maltese che, come le altre consorelle europee, ha risentito della crisi causata dal COVID.
La comunità europea ha invitato l’esecutivo guidato da Robert Abela a ricalibrare la sua richiesta verso una cifra in proporzione ed in linea con gli altri paesi europei. In parole povere Bruxelles ha sollecitato il governo maltese a puntare su una iniezione di liquidità caratterizzata da un importo più basso e, soprattutto, realistico.
Come è successo in altre Nazioni, e come riportato dal sito avionews.it, anche a Malta la crisi innescata dalla pandemia da Coronavirus ha danneggiato in modo evidente il vettore aereo.
Secondo quanto riferito nei mesi scorsi da Clyde Caruana, ministro delle Finanze, le perdite di Air Malta si possono quantificare in 170mila euro al giorno, una somma non certo indifferente e che è stata sostenuta per mantenere in funzione la flotta.
Lo stesso Caruana sarebbe stato invitato a confrontarsi con i sindacati di categoria per concordare i dettagli del piano industriale, altrimenti si potrebbe rischiare di prendere una decisione che potrebbe avere un impatto negativo sul futuro della compagnia. I flussi in entrata sono trascurabili e, nonostante le perdite, si è cercato comunque di assicurare i collegamenti aerei principali.
Il 2020 è stato un anno terribile, per non parlare del 2019; in quest’ultimo caso, infatti, le perdite hanno raggiunto quota 30 milioni di euro, portando ad una serie di licenziamenti che sono poi aumentati con l’arrivo della pandemia.