La fondazione per lo sviluppo delle zone turistiche, finanziata attraverso il denaro incassato tramite la tassa di soggiorno introdotta nel 2016, è accusata di aver “bruciato” 1.1 milioni di euro durante il 2019; oltre ai dubbi riguardo i problemi di bilancio, la fondazione sembrerebbe essere anche accusata di clientelismo politico.
A porre sotto la lente di ingrandimento la Tourism Zones Foundation è l’inchiesta condotta da Times Of Malta, che ha evidenziato come i compiti di varia natura a capo dell’ente, come la pulizia delle strade, la raccolta di rifiuti, lavori di manutenzione ordinaria all’interno delle zone turistiche designate, potrebbero benissimo essere svolti da altri organismi governativi, come per esempio dalla divisione Pulizia e Manutenzione.
I primi dubbi che hanno spinto Times of Malta a richiedere maggiori approfondimenti sul versante finanziario, sono stati inviati nel mese di febbraio al Ministero del Turismo ed altri organi di competenza, senza però mai ricevere alcuna risposta.
Per trovare gli unici dati economici pubblici che riguardano la Tourism Zones Foundation bisogna andare indietro fino al 2019, quando furono depositati in parlamento solamente dopo la richiesta ufficiale dell’ex deputato Claudio Grech. All’epoca Grech aveva presentato anche altre richieste di questo tipo riferite ad altri enti governativi in cerca di potenziali abusi.
Continuando ad interessarsi attentamente alle attività della fondazione, Times Of Malta è entrata poi in contatto con un ex membro che ha voluto rimanere anonimo, specificando però che secondo lui la fondazione si sarebbe ormai trasformata nell’ennesimo strumento di patrocinio politico.
Parlando di sole cifre, invece, sembra che nel 2019 un quarto di milione di euro sia stato speso solo in salari, 110.000 euro per il personale, pubblicità e costi di gestione, 25.000 euro in noleggio di veicoli, 28.000 euro in spese relative ai subappaltatori, 51.000 euro in spese contabili.
È bene specificare che il denaro che foraggia le casse della fondazione proviene dalla tassa di soggiorno introdotta a Malta nel 2016. Un contributo che, secondo l’ex ministro del Turismo Edward Zammit, sarebbe in grado di generare circa 6 milioni di euro l’anno.