Nell’Eurozona l’inflazione ha raggiunto i massimi storici, arrivando al dato record del 7,5%, con la preoccupante previsione degli analisti che definiscono tale andamento ancora lontano da un segnale di stop.
Il dato peggiore spetta alla Lituania, con un clamoroso 15,6%, mentre Malta chiude la classifica con il 4,6%, il tasso più basso di tutta l’area euro.
È il quinto mese consecutivo con l’inflazione in crescita, raggiungendo adesso i risultati più alti mai registrati dall’inizio delle misurazioni.
Il dato relativo al mese di febbraio era il 5,9%, ma la percentuale per marzo è andata ben oltre al 6,6% ipotizzato.
Una delle motivazioni principali, in grado di giustificare un andamento simile, risiede nell’impennata subita dal prezzo dell’energia: Eurostat riporta un aumento nel settore energetico del 44,7% durante il mese di marzo.
Numeri simili sono riconducibili alle conseguenze della guerra in Ucraina e agli effetti collaterali delle sanzioni applicate a Mosca, che hanno spinto i prezzi del carburante e del gas naturale a picchi mai visti prima.
Nelle altre categorie di spesa il trend non è molto differente: cibo, alcol e tabacco sono aumentati al 5% rispetto al 4,2% di febbraio; i prezzi di abbigliamento ed elettrodomestici hanno subito un aumento dello 0,3%; i prezzi dei servizi salgono invece saliti del 2,7%.
Fuori dall’eurozona la situazione non è più rosea, l’inflazione difatti fa registrare record anche oltreoceano, raggiungendo il 7,9% negli Stati Uniti, il dato più alto negli ultimi 40 anni.