È stato divulgato martedì da Transparency International, ovvero l’Ente internazionale che opera in oltre 100 Paesi per porre fine alle ingiustizie legate alla corruzione, l’edizione 2021 dell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI).
Il CPI misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo e, basandosi sull’opinione di esperti, assegna una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100 per quelli invece più “virtuosi”.
Secondo il rapporto, nell’elenco composto da 180 Paesi, Malta si è classificata al 49° posto con un punteggio di 54, uno in più rispetto allo scorso anno.
Sebbene abbia fatto quindi un piccolissimo balzo in avanti nella classifica, l’arcipelago maltese resta ancora ben al di sotto degli standard degli Stati dell’Europa occidentale, che totalizzano in media 66 punti. La quotazione la colloca appena al di sotto della Repubblica Ceca e sopra le Mauritius nella classifica globale.
Come noto, dal 2019 lo Stato insulare ha subito un’importante retrocessione nelle posizioni in classifica dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, fatto che ha particolarmente influenzato la percezione di Malta in tema di corruzione sul panorama internazionale, riflettendosi anche sul CPI che lo scorso anno ha raggiunto il declino più significativo.
La regione dell’Europa occidentale e dell’Unione europea (UE) è ancora in cima all’indice di percezione della corruzione (CPI) del 2021, ma i progressi sono rimasti pressochè invariati. Per questo l’Ente sottolinea l’attuale mancanza di un’Agenzia europea che agisca in maniera coordinata contro il riciclaggio di denaro.
«Sta prendendo sempre più piede una nuova preoccupante normalità, poiché le misure di responsabilità e trasparenza trascurate o annullate durante la pandemia di COVID-19 rimangono non ripristinate e la fiducia del pubblico ne risente. Anche i migliori risultati stanno mostrando segni preoccupanti di arretramento, e la regione continua a essere scossa da rivelazioni di corruzione, inclusa l’esportazione di corruzione in altre parti del mondo» si legge nel rapporto di Transparency International.
A livello globale, Danimarca e Nuova Zelanda guidano il vertice della classifica, affiancati quest’anno anche dalla Finlandia, con 88 punti. In fondo alla classifica, come lo scorso anno, Siria, Somalia e Sud Sudan, con un punteggio, rispettivamente, di 13 per i primi due e di 11 per la terza.
Transparency International ha affermato che i livelli di corruzione sono “stagnanti in tutto il mondo” a causa della pandemia, rilevando che 131 Paesi non hanno fatto grandi passi in avanti. Tuttavia, dal 2012 al 2021, ben 154 Stati non hanno compiuto progressi significativi ne hanno peggiorato il loro punteggio in quanto presentano ancora importanti problemi di corruzione, un forte rischio di arretramento nella tutela dei diritti umani e nella libertà di espressione.