Nel 2020 si è registrato in tutti gli Stati europei una diminuzione consistente della spesa effettuata delle famiglie. La contrazione senza precedenti vede, rispetto al 2019, un -8% su tutte quelle voci di spesa che coinvolgono il consumo da parte dei nuclei famigliari e si tratta, di fatto, della più importante riduzione annuale mai registrata.
Eurostat fornisce una fotografia precisa sui trend delineati nel corso del 2020, un anno fortemente colpito dall’emergenza sanitaria e che ha causato un calo in linea con effetti che si sono protratti anche nella prima parte del 2021. Le misure di distanziamento sociale, le restrizioni governative imposte alla circolazione delle persone ed alle attività economiche non essenziali hanno gravemente influito sulla spesa per consumi delle famiglie.
L’ufficio europeo di statistica ha pubblicato le stime mettendo a confronto i vari Stati dell’Unione europea, prendendo come riferimento le macro categorie di spesa più comuni.
La parte più bassa della classifica è occupata da Malta, che si aggiudica la bandiera nera nei consumi per famiglie con un calo del -22% circa, seguita da Croazia, Spagna e Grecia (tutte intorno a -16%).
Il dato che balza subito all’occhio nel confronto tra 2019 e 2020 è che tra i settori più penalizzati svetta quello alberghiero e della ristorazione. Infatti, la minore affluenza dovuta alle restrizioni governative e alle misure di distanziamento sociale, è costata all’arcipelago maltese un calo del 12,2% rispetto ai livelli pre-pandemia che, con il 22,3% del totale, dominavano, invece, la classifica precedente.
Il primo posto nel 2020 se lo sono aggiudicato invece le spese per le abitazioni, acqua, elettricità e altri combustibili, che rappresentano la fetta più importante dei consumi (16,8% del totale); una percentuale superiore rispetto al 12,2% registrato nel 2019.
Sebbene si tratti di costi difficilmente comprimibili, solo marginalmente toccati dalle restrizioni governative, le spese effettuate dalle famiglie maltesi per i beni alimentari sono comunque cresciuti, passando dal 12,3% al 15% del totale.
Altri settori in cui si è registrata una limitazione degli acquisti rispetto al 2019, riguardano le attività ricreative, spettacoli e cultura (-1,3%), i trasporti (-0,3%) e il settore della formazione (-0,2%).
A livello europeo, Eurostat riferisce che si è verificato un enorme impatto sia sull’importo complessivo che sulla composizione dei consumi delle famiglie, anche se la maggior parte degli Stati membri ha messo in atto regimi governativi di sostegno per imprese e famiglie nell’anno 2020. Di fatto, in Europa, le diminuzioni maggiori sono state riscontrate nel settore “Ristoranti e hotel” (37,8%), “Abbigliamento e calzature” (17,3%), “Trasporti” (16,8%) e “Ricreazione e cultura” (16,7%). Le categorie in cui si sono registrati, invece, degli aumenti, sono “Alimenti e bevande analcoliche” (3,2%), “Comunicazioni” (2,4%) e “Abitazioni, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (0,3%).