In vista dell’imminente “Budget Day” ovvero della presentazione del Bilancio 2024 prevista alla fine di questo mese, i ristoratori maltesi stanno facendo pressione per ottenere una significativa riduzione dell’IVA, sostenendo che questa manovra porterebbe a maggiori entrate per il governo e a prezzi più stabili nei menu offerti ai clienti.
La misura fa parte delle proposte pre-bilancio avanzate dall’Associazione degli Esercizi di Ristorazione (ACE) e riportata da Times of Malta, che vedrebbe gli operatori del settore della ristorazione corrispondere un’aliquota del 7% (invece dell’attuale 18%), la stessa di cui beneficiano gli hotel e le strutture ricettive.
In aggiunta, l’associazione chiede anche che i registri di cassa degli esercizi commerciali siano collegati in tempo reale al dipartimento delle imposte che potrà così riscuotere l’IVA su base quotidiana (invece che trimestrale), consentendo inoltre un migliore monitoraggio dei flussi e un’applicazione più efficace del regolamento utile a contrastare l’evasione, creando maggiore conformità tra i proprietari dei ristoranti.
ACE sostiene che questa iniziativa rappresenterebbe una soluzione vantaggiosa per tutte le parti coinvolte. In particolare, «con la nuova aliquota, i ristoratori pagherebbero più IVA e dichiarerebbero più reddito, il che significa che il governo incasserà all’incirca la stessa quantità di IVA che incassa ora e una quantità significativamente maggiore di imposte sul reddito» ha dichiarato al quotidiano in lingua inglese Matthew Pace, vicepresidente dell’associazione.
L’iniziativa pare particolarmente “sentita” per i ristoranti maltesi, chiamati ad affrontare le sfide dell’inflazione e dei problemi legati alla catena di approvvigionamento, dato che Malta importa ben il 70% dei prodotti alimentari che poi commercializza. Una situazione che si riflette in prezzi “instabili” e costi molto più elevati per le tasche dei clienti che si siedono ai tavoli dei ristoranti locali rispetto a quelli di altri Paesi europei.
Gli stessi Paesi europei che, sempre come sottolineato da Pace, stanno applicando la medesima aliquota sia per gli hotel che per i ristoranti, a differenza di Malta che con questa manovra vorrebbe quindi cercare di allinearsi al mercato europeo per rimanere competitiva rispetto alle altre mete turistiche del Mediterraneo.
Secondo ACE, le proposte sulla riduzione dell’IVA sarebbero già state accolte di buon grado sia dal governo che dall’opposizione nel corso delle tavole rotonde organizzate nelle ultime settimane.
Uno studio condotto tra agosto e settembre dalla stessa lobby su un campione di 400 ristoratori sembra aver rivelato margini di profitto molto “risicati” per gli addetti al settore, che intascherebbero il 6% del fatturato al netto delle tasse e delle spese. Percentuale che scenderebbe al 3% per coloro che devono sobbarcarsi anche i costi di affitto dei locali. A pesare maggiormente sono manodopera (26,6%) e le materie prime (20%).
Quello della ristorazione rappresenta uno dei settori trainanti per l’economia dello Stato insulare che, secondo quanto riporta Net News, attualmente è composto da 3.000 esercizi commerciali che impiegano una forza lavoro di circa 30.000 persone.