Lo scandalo dei passaporti d’oro si arricchisce di nuovi episodi.
Oggi se ne è occupato con maggiore incisività il quotidiano britannico Guardian che ha raccolto ulteriori elementi circa la vendita della cittadinanza maltese a multimilionari che però non hanno legami – se non minimi – con l’isola.
Per scoprire il commercio dei passaporti, un reporter “sotto copertura” del Guardian si è presentato alla “Henley & Partners” (“H&N”), una società di consulenza la cui sede principale è a Londra, fingendo di essere il consigliere di un facoltosissimo industriale russo che desiderava acquistare la cittadinanza maltese per sé e la sua famiglia.
In una riunione video con due dirigenti di “H&N”, tra cui Dominic Volek , il capo del gruppo dei clienti privati e un membro del comitato esecutivo dell’azienda, al giornalista è stato detto che: «I ricchi richiedenti il passaporto maltese dovrebbero trascorrere solo tre settimane nel Paese, periodo che che secondo l’azienda è stato considerato sufficiente dal governo maltese per dimostrare un “vero legame” con Malta e per ottenere la cittadinanza. I clienti “H&P” tendono a stabilire solo il “minimo indispensabile” di collegamenti a Malta per ottenere un passaporto.
Alcuni clienti non usano mai le loro proprietà in affitto, anche durante rare visite a Malta. Volek ha detto: “Guarda, ad essere onesti, molti clienti finiscono anche per stare in hotel perché non vogliono pulire e preparare i pasti”».
Secondo quanto ha scoperto il reporter del Guardian, la società ha anche fornito documenti dai quali si evince che per 888.000 euro i richiedenti potrebbero ottenere un passaporto maltese dopo circa 12 mesi.
«Le spese – scrive il quotidiano britannico – includevano un investimento di 750.000 euro a Malta; affittare una proprietà maltese con un canone annuo di almeno 16.000 euro per l’anno di qualificazione, e poi per altri cinque anni dopo “aver prestato giuramento di fedeltà”; e una donazione di almeno 10.000 euro a una ”organizzazione o società sportiva, culturale, scientifica, filantropica, per il benessere degli animali o artistica registrata”».