Uno studio svolto dalla Central Bank of Malta ha rivelato che l’economia sommersa maltese si è stabilizzata tra il 20% e il 21% del PIL negli ultimi anni, dopo essere cresciuta di 10 punti percentuali tra il 2000 e il 2008.
Secondo lo studio “An Analysis of the Shadow Economy in Malta”, condotto dai ricercatori della Central Bank of Malta Tiziana Marie Gauci e Noel Rapa, l’economia sommersa maltese sembrerebbe essersi stabilizzata negli ultimi anni ad una media leggermente inferiore al 21% dell’attività economica complessiva.
Lo studio è stato svolto utilizzando due metodi basati su variabili diverse: con il primo si è cercato di stimare la quantità di liquidità eccessiva nell’economia, mentre col secondo sono stati analizzati i fattori occupazionali e la pressione fiscale.
Con entrambi i due metodi si è riscontrato che le dimensioni dell’economia sommersa si sono stabilizzate tra il 2008 e il 2019, con la percentuale che si è sempre aggirata tra il 20% e il 21% del PIL. Questo dato si è rivelato simile a quelli ottenuti nei Paesi baltici e leggermente inferiore rispetto ai Paesi dell’Europa meridionale. Prima di questa stabilizzazione, però, si è visto un aumento di circa 10 punti percentuali avvenuto tra il 2000 e il 2008.
Questo studio ha analizzato l’economia sommersa considerandola come un’attività produttiva e legale, ma volutamente nascosta per sottrarsi alla pressione fiscale e al rispetto degli standard normativi. Non sono incluse, quindi, tutte le attività illegali, come il traffico di droga.
Tuttavia, a causa della composizione e della natura dell’economia sommersa, le stime presentano un notevole grado di incertezza.