Un anno difficile quello appena trascorso che tuttavia non ci ha impedito di sperimentare il primo presidio sindacale italiano a Malta.
Il contact point, presso gli uffici del GWU, istituito a seguito dell’accordo con la CGIL nel 2019, è divenuto un punto di riferimento per molti lavoratori italiani.
Pur in piena pandemia, ha costituito le premesse del nuovo accordo di doppia affiliazione dello scorso 7 aprile.
Dopo aver monitorato la crescente presenza italiana (un incremento del 310% tra il 2014 ed il 2018, contestualmente ad un tasso di disoccupazione locale sceso dal 5,7% al 3,68%), anche grazie alle disponibilità dimostrate dall’Ambasciata italiana, del NSO e Job Plus, abbiamo ritenuto necessario l’ulteriore consolidamento delle relazioni, arrivando fino al riconoscimento reciproco dei propri iscritti.
Una modalità che la CGIL propone lungo i confini nazionali con le organizzazioni sindacali con cui condivide analisi e strategie.
Così, alla tutela dei lavoratori nei luoghi di lavoro garantita da GWU, sommeremo l’assistenza in Italia, in prevalenza presso le camere del lavoro siciliane in ragione della provenienza di oltre il 70% della comunità italiana, per la quale Malta rappresenta il mercato del lavoro di sbocco.
Una presenza diffusa in tutti i settori economici: ovviamente nei servizi del grande indotto turistico, nel commercio al dettaglio, nella produzione manifatturiera, ma anche in funzioni più qualificate; poco meno di 10.000 lavoratori stanziali a cui si sommano oltre 1500 tra crossborder e posted workers.
La pandemia imporrà di rivalutare gli effetti sull’occupazione italiana, particolarmente colpita dalla prima fase con la chiusura delle strutture turistiche, nonché dai vincoli imposti al trasporto aereo e marittimo.
La ripartenza ci vedrà impegnati insieme a GWU su alcuni temi prioritari:
1) Il superamento della differenza dei trattamenti fiscali tra lavoratori locali e stranieri.
Una norma ancora attiva nonostante rappresenti una oggettiva violazione del principio di eguaglianza all’interno della UE, che vede una forte differenza di progressività fiscale applicata e connessa alla cittadinanza;
2) L’istituzione di un osservatorio congiunto al fine di misurare la qualità del lavoro italiano;
3) La riattivazione dell’Interregional trade union council tra la Sicilia e Malta, organismo europeo tra le organizzazioni sindacali dei due paesi, al fine di ricollocare la discussione strategica di questo confine nel dibattito che altri 45 organismi analoghi da anni sviluppano a Bruxelles;
4) Il contrasto alle forme di dumping salariale praticato da imprese più spregiudicate attraverso la ricattabilità della migrazione proveniente da regioni italiane ad alta disoccupazione.
Giuseppe Augurusa
(responsabile transfrontalieri della CGIL)