L’impatto economico della guerra sull’economia maltese si aggira intorno ai 200 milioni euro. Questa l’opinione del ministro delle Finanze Clyde Caruana, che individua in questi 200 milioni di euro lo sforzo necessario all’attivazione di sussidi governativi e strategie cuscinetto mirate ad arginare l’inflazione.
L’effetto del conflitto sarà imponente, secondo il punto di vista di Caruana, ma al tempo stesso, in un’Europa sconvolta da prezzi folli, afferma che sullo stato insulare i costi in bolletta e del carburante non subiranno impennate nel breve-medio periodo.
All’interno di un intervento alla Camera di Commercio maltese, il ministro delle Finanze ha affermato con decisione di voler affrontare subito l’emergenza, definendola “l’elefante nella stanza”: secondo il suo punto di vista salvare l’economia rappresenterebbe una sfida esistenziale; gli aumenti saranno soggetti a logiche mai viste prima.
Caruana ha inoltre voluto sottolineare che discorsi di questo tipo non vogliono seminare panico, ma sollecitare tutti gli attori coinvolti ad affrontare il tema in tutta la sua serietà.
«Tutto ciò di cui si parla è la guerra in Ucraina. Dal punto di vista economico, mi preoccupa più questo che il Covid. Non si tratta infatti solo di una guerra con le bombe, ma è una guerra economica ed il suo impatto non sarà lieve» ha dichiarato Caruana, sottolineando quanto sia importante fare tutto il necessario per salvare l’economia del Paese: «Sono consapevole del massiccio colpo causato dalla guerra. Duecento milioni di euro sono stati stanziati in Bilancio a causa del COVID. In una settimana di guerra, stimiamo che questa nuova condizione ci costerà altri 200 milioni di euro, destinati a crescere».
L’obiettivo del governo, secondo il ministro delle Finanze, dovrebbe dirigersi verso la pianificazione di tutte le strategie necessarie a non far gravare su cittadini ed imprese il peso della guerra. In caso contrario l’economia dello stato insulare subirebbe un duro colpo d’arresto.
Nel corso del dibattito, il candidato PN Graham Bencini si è soffermato sull’argomento, dichiarando che questa non è la prima volta in cui il governo affronta momenti simili (riferendosi all’enorme crisi del 2008) e ha poi aggiunto che la realtà impone dei limiti all’attuabilità e all’efficacia delle strategie economiche progettate: «Se le persone non calibrano la loro aspettativa di consumo alla realtà della guerra, se non c’è una tale razionalizzazione, la prospettiva di fornire questa ammortizzazione per sempre non è realistica».