Nel novembre del 2018 Malta si presentò al mondo come la “Blockchain Island”. Un anno e mezzo dopo nessuna azienda è riuscita ad avere una licenza.
Nonostante la legge varata più di quattordici mesi fa per incentivare le aziende del settore blockchain ad aprire la loro sede a Malta, non è stata ancora rilasciata una sola licenza.
E pensare che sono ben 19 le aziende che operano nel settore finanziario e legale che sono state approvate come agenti Virtual Financial Assets (VFA) e che operano da intermediari fra le autorità e le società di blockchain.
Gli agenti VFA hanno sino ad ora presentato 34 lettere di intenti ed 8 lettere formali al Malta Financial Services Authority ( MFSA), e nessuna di queste domande è stata ancora approvata. Ci verrebbe da dire: altro che Blockchain Island…!
Le Leggi del novembre del 2018 che regolano l’utilizzo della tecnologia blockchain da parte delle aziende ebbero un eco internazionale, tanto da attirare a Malta un gigante del settore come Binance.
Leon Siegmund, uno dei membri del consiglio di amministrazione della Malta Blockchain Association, con le sue dichiarazioni ha messo termine in modo quasi definitivo al sogno della “Blockchain Island”: «A livello internazionale, [Malta] non è più un hotspot. La Germania ora consente alle sue banche di custodire wallet bitcoin. Ciò significa la finestra temporale che si era aperta per un piccolo Paese per creare un quadro legislativo attrattivo è ora chiusa».
Se la recente legge tedesca che impone alle società che operano con le criptovalute ed il blockchain di possedere una licenza per fornire servizi ai cittadini tedeschi, venisse adottata anche da altri paesi, non ci sarebbe motivo di acquisire una licenza maltese.
Dopo i conti correnti chiusi da BOV anche a grandi aziende operanti su mercati internazionali, la parola «fine» sul sogno della Blockchain Island» è una pessima notizia per Malta.
Fonte: lovinmalta.com