L’attuale condizione relativa alla durata della quarantena con l’impossibilità per i datori di lavoro di poter chiedere il certificato vaccinale ai propri dipendenti in isolamento preoccupa la Camera di commercio di Malta che teme sia così impossibile avere delle informazioni certe in merito allo status dei dipendenti.
La situazione è piombata nel caos dopo la decisione delle Autorità sanitarie di non emettere più una lettera che stabilisca il termine della quarantena, bensì solo un certificato di positività al test COVID-19 che include l’ordine di isolamento per l’intera famiglia.
Infatti, secondo le norme vigenti, l’isolamento inizialmente stabilito per 14 giorni, oggi deve essere autodeterminato dalla singola persona, la cui durata dipende anche dallo stato di vaccinazione non solo del positivo, ma di tutti i membri della famiglia.
Questi elementi rendono impossibile per i datori di lavori calcolare esattamente la durata della quarantena di un dipendente senza essere a conoscenza del test di positività o dello stato di vaccinazione del dipendente stesso e del suo nucleo familiare.
«Sebbene non sia etico richiedere dettagli sullo stato dei membri della famiglia dei dipendenti, i datori di lavoro dovrebbero avere il diritto di richiedere loro le informazioni sul ciclo vaccinale, trattandosi di dati rilevanti in un contesto più ampio di salute e sicurezza» ha affermato la Camera di commercio maltese.
L’organizzazione di imprenditori, che già da tempo chiede che ai datori di lavoro venga riconosciuta questa facoltà, ora si rivolge al Governo affinché venga adottato un approccio tale da limitare la durata della quarantena al solo status del singolo dipendente altrimenti sarà impossibile contenere gli abusi e determinare l’effettiva durata dell’isolamento.
«La Camera chiede ancora una volta alle Autorità sanitarie di ridurre i periodi di quarantena così come avviene negli altri Paesi, in considerazione anche dell’elevata distribuzione della terza dose».