Malta diventa terra di conquista per chi vuole investire in case da affittare. A sostenerlo è un nuovo studio europeo sugli investimenti nell’edilizia pubblicato da WorldFirst, società internazionale specializzata nella gestione di pagamenti elettronici.
Da questa indagine Malta risulta a livello europeo il secondo Stato più attraente per l’investimento «buy to rent», secondo soltanto all’Irlanda, con un guadagno medio da rendimento immobiliare che quest’anno si attesta intorno al 6,64 per cento.
Irlanda a parte, tutti gli altri stati membri dell’Unione Europea sono alle spalle, anche se un buon ritorno sull’investimento si registra comunque anche in Portogallo (6,43 per cento), nei Paesi Bassi (6,27 per cento) e in Slovacchia (6,12 per cento).
A fondo classifica si trova invece la Svezia, dove il rendimento medio di un affitto è pari soltanto al 3,03 per cento: è questo l’effetto di un controllo del Governo sugli affitti, che limita il proprietario ad alzare le tariffe arbitrariamente.
La posizione ai vertici di Malta nella classifica buy-to-let è invece il risultato di un mercato in forte espansione, trainato da una forte domanda da parte di stranieri ben pagati che lavorano soprattutto nei settori iGaming e dei servizi finanziari.
L’arrivo di stranieri a Malta ha fatto crescere il mercato degli affitti in tutta l’isola: l’affitto medio mensile è raddoppiato, e in alcuni settori anche triplicato, in pochi anni.
Le ripercussioni negative riguardano in particolare i residenti locali, sempre più in difficoltà a tenere il passo degli affitti in netta crescita, e con i proprietari che sono attirati dall’affittare a stranieri che hanno una maggiore capacità di spesa.
Per questo le organizzazioni umanitarie hanno chiesto al Governo di intervenire per frenare la crescita incontrollata degli affitti, ma dall’altra parte la lobby dei costruttori MDA ha alzato le barricate rispetto ad ogni forma di intervento pubblico nel settore.
L’esecutivo ha assunto l’impegno di cercare un equilibrio tra le diverse esigenze, ma di sicuro la Svezia resterà lontana: non solo fisicamente, ma anche nelle politiche sulla casa.