Torna sotto i riflettori il rapporto inquilino-proprietario di casa dopo quanto accaduto la scorsa settimana ad Aleksandar Vukoje, un affittuario che, senza alcun avviso, si è visto piombare tra le mura domestiche il proprio “landlord” infuriato che ha iniziato a inveirgli contro minacciandolo di morte, “invitandolo” ad andarsene altrimenti gli avrebbe «tagliato la gola scaricandola nel gabinetto». Al momento dei fatti sarebbe stato presente anche un ospite di Vukoje, a sua volta bersaglio di atti intimidatori.
L’episodio si sarebbe verificato lo scorso giovedì 13 giugno, segnalato via social dal sindacato Solidarjetà che ne ha anche riportato il video, dichiarando inoltre che il locatore avrebbe tentato in più occasioni di sfrattare Vukoje, ordinandogli di andarsene subito portando via le sue cose, perché «vengo qui a dormire stanotte!».
Lo stesso individuo avrebbe poi fatto sfoggio delle sue conoscenze “ai piani alti”, sfidando l’inquilino a «dirlo alla polizia; (tanto) li conosco tutti», vantandosi poi di possedere molte proprietà («Sono un f*****o milionario; ho 150 appartamenti») e di avere come passatempo quello di creare problemi alla gente.
Visualizza questo post su Instagram
La situazione è degenerata quando Vukoje ha contattato la polizia che, secondo il sindacato, avrebbe inizialmente dato ragione al proprietario dell’appartamento circa lo sfratto, salvo poi cambiare idea quando il locatario ha presentato il contratto d’affitto validato dall’Housing Authority, avvertendolo però che, se avessero trovato di nuovo il suo ospite nella proprietà, avrebbero sfrattato entrambi. Una minaccia che – sottolinea Solidarjetà – supera i poteri legali della polizia dato che quest’ultima non ha il potere di sfrattare con la forza alcun inquilino a prescindere dalle circostanze, poiché solo il tribunale può darne mandato.
Nei due giorni seguenti, l’inquilino si sarebbe recato in questura dove gli avrebbero sostanzialmente impedito di sporgere denuncia sull’accaduto, ed un sergente avrebbe pure reagito con stizza, riferendogli che non sarebbe rimasto a lungo nella proprietà.
Nel frattempo, sabato, il proprietario dell’immobile pare aver deciso di staccare luce e acqua all’appartamento, lasciando Vukoje in una situazione di estrema difficoltà in cui verserebbe ancora oggi. L’inquilino sarebbe poi riuscito a presentare denuncia domenica scorsa, ovvero tre giorni dopo l’accaduto, supportato dal sindacato e da un ufficiale di turno quel giorno che avrebbe agito con «massimo rispetto e professionalità», «scusandosi per il comportamento del sergente».
Seppur quanto accaduto ad Aleksandar Vukoje rappresenti un caso “estremo”, purtroppo non è certamente un episodio isolato. Ricordando le numerose scorrettezze perpetuate da certi landlord, forti dell’inazione delle autorità, Solidarjetà ha condannato definendolo «inaccettabile» l’atteggiamento attuato all’interno del Corpo di Polizia «che non tratta seriamente i problemi degli inquilini e degli stranieri», e che agisce contro un proprietario «solo in presenza di un rappresentante legale maltese».
Alla luce di quanto accaduto, il sindacato ha infine avanzato tre richieste da attuare con “urgenza”, a partire da Vukoje, al quale deve essere prontamente ripristinata la fornitura di acqua ed elettricità ma, più in generale, si chiede che la «pratica criminale» di chiudere le utenze cessi immediatamente. Inoltre, il Commissario di polizia, Angelo Gafà, è stato invitato ad assicurarsi che il Corpo di Polizia «inizi a prendere sul serio i problemi degli inquilini, senza bisogno dell’intervento di rappresentanti legali». Infine, l’Housing Authority non dovrebbe più consentire di gestire proprietà ai landlord con comprovati precedenti di maltrattamento degli inquilini e comportamenti criminali, e di assicurarsi che queste misure vengano rispettate affinchè tali locatori non operino nel mercato nero.
Questa triste storia – ribadiamo – pur essendo un caso estremo, non è isolata. È un richiamo urgente alla necessità di riforme per proteggere i diritti degli inquilini e garantire che la giustizia sia accessibile a tutti, indipendentemente dalla loro nazionalità o status sociale.