Dopo le voci di una regolamentazione sugli affitti continua il pressing della lobby dei costruttori per far desistere il Governo dal mettere la mano pubblica negli affari privati.
La nuova mossa è un indagine sul mercato immobiliare commissionata dall’associazione dei costruttori MDA alla società di revisione e consulenza KPMG che dimostrerebbe come non vi siano i segni di una bolla speculativa sui prezzi delle case, e nemmeno di rialzi “artificiali”.
Secondo alcuni dei numeri emersi, l’edilizia rappresenta una vera forza trainante per l’economia nazionale: quasi un quarto dei lavoratori maltesi sono direttamente o indirettamente coinvolti nel settore delle costruzioni, 1 euro in ogni 7 della ricchezza in circolazione proviene dal mercato immobiliare, e nel 2015 ammonta a 1,2 miliardi il valore aggiunto del settore edile, che ad oggi dà lavoro direttamente o indirettamente a circa 37 mila persone.
L’autore dello studio, Mark Bamber, ha affermato di non avere riscontrato segni di bolle dopo aver analizzato diversi fattori economici e rapportato i prezzi di acquisto al Pil nazionale e alla crescita economica.
Nel presentare i risultati dello studio, il ledear dei costruttori Sandro Chetcuti ha invece affermato di avere commissionato la ricerca con la volontà di conoscere la situazione reale nel settore delle costruzioni evitando condizionamenti.
Alla presentazione dei risultati ha preso parte anche il Primo Ministro, Joseph Muscat, che ha sostenuto come l’indagine abbia risposto ad alcuni “miti” esistenti sul mercato immobiliare, e risulti in linea anche con il quadro generale sul mercato immobiliare che emerge dai calcoli del Governo, rispetto in particolare al rapporto tra domanda e offerta. Secondo Muscat i prezzi in aumento corrispondono a una capacità di acquisto che negli ultimi anni è andata progressivamente in crescendo.
Tuttavia, lo stesso non si può dire per il mercato degli affitti, che non è stata presa in considerazione nello studio commissionato dai costruttori, e in merito al quale Muscat ha ribadito la necessità di far fronte a una situazione di emergenza dovuta agli aumenti improvvisi dei canoni di locazione, dovuta forse ad un vuoto eccessivo di legislazione in materia.
«Qualsiasi intervento – ha comunque precisato il Primo Ministro – sarà portando avanti consultando tutte le parti sociali interessate, tra cui la stessa associazione dei costruttori».