L’accordo tra il governo e gli importatori di grano e cereali sull’isola, a cui si aggiungono anche i produttori locali, è stato raggiunto dopo giorni di incontri e analisi della situazione.
L’obiettivo era trovare una soluzione in grado di ridurre al minimo il rischio di aumenti vertiginosi a carico dei generi alimentari di prima necessità.
Ad annunciarlo è stato il Primo Ministro Robert Abela, all’interno di un intervento pubblico svoltosi a Gzira nella giornata di sabato.
Fornire liquidità per potenziare la capacità di stoccaggio del Kardin Grain Terminal, per poter di conseguenza predisporre in modo adeguato l’approvvigionamento (e garantire le forniture) delle materie prime, evitando inoltre che prodotti alimentari come pane e latte diventino più costosi: è questo il cuore pulsante della strategia elaborata, i cui specifici dettagli economici non sono ancora stati resi noti.
Il prezzo del grano, e la sua disponibilità, si aggiunge alla lista delle drastiche conseguenze causate dalla guerra in Ucraina, elenco al cui interno troviamo anche il costo del carburante e dell’energia.
A Malta, da gennaio, il costo del grano ha subito un’impennata del 60% costringendo gli importatori a cercare supporto direttamente dallo Stato.
Gli incontri tra funzionari governativi, importatori e produttori locali sono avvenuti nel corso dell’ultima settimana, con l’obiettivo di trovare la giusta risposta all’emergenza.
Marco Cachia, CEO di Federal Mills, il più grande importatore di grano e produttore di farina sull’isola, aveva inoltre affermato, durante le prime fasi degli incontri, che le aziende si sarebbero impegnate a cercare fornitori alternativi, ricerca svolta in costante aggiornamento con i Ministeri dell’agricoltura e della finanza.
Dopo giorni di preoccupazione e di incontri la risposta è arrivata direttamente dal Primo Ministro Robert Abela: «Abbiamo eliminato il rischio di una mancanza di offerta e di un aumento dei prezzi per i prossimi mesi».
Continuando a parlare degli sforzi eseguiti in questi ultimi giorni, Abela ha voluto sottolineare i parallelismi individuati nell’andamento dei mercati internazionali tra il periodo della pandemia e queste ultime, drammatiche, settimane: «Proprio come nel marzo 2020, i Paesi hanno iniziato a limitare l’esportazione di grano e cereali, l’offerta è diminuita e i prezzi sono aumentati, esattamente come accaduto all’inizio della pandemia – aggiungendo poi – Abbiamo utilizzato gli stessi principi che abbiamo imparato ad applicare così bene dopo due anni di pandemia per garantire che l’impatto dell’inflazione fosse il più minimo possibile».
Sarei curioso di sapere come mai nessuno parla del fatto che Malta è attualmente l’unica nazione in Europa ad essere riuscita a tenere il costo del carburante a 1,34€ – prezzo tra l’altro stabile almeno da Dicembre 2021.