Malta finisce ancora una volta nel mirino della Commissione Europea per via della mancata attuazione delle ultime direttive dell’Unione contro il riciclaggio di denaro.
Secondo quanto riportato dal quotidiano «Times of Malta», il Paese avrebbe dovuto recepire e convertire in legge le normative UE entro lo scorso 26 giugno, per concretizzare le politiche comunitarie in materia di anti-riciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo. I mancati riscontri da parte del Governo maltese avrebbero portato la Commissione ad attuare la prima fase di una procedura di infrazione.
Un portavoce dell’esecutivo UE ha confermato che, in una lettera formale inviata a Bruxelles, il governo guidato da Joseph Muscat ha motivato la mancata conversione in legge della quarta direttiva europea.
Tuttavia il commissario europeo alla giustizia, Vera Jourova, sembra intenzionata a tenere il polso duro nei confronti dei numerosi governi nazionali non hanno messo in atto la direttiva, nonostante abbiano avuto a disposizione due anni di tempo.
Nella quarta direttiva è previsto un rafforzamento degli obblighi di valutazione dei rischi per banche, avvocati e contabili. Tra le altre misure, vengono fissati nuovi requisiti di trasparenza per le imprese da archiviare in un registro a disposizione delle autorità nazionali; agevolato lo scambio di informazioni tra le unità di intelligence finanziaria degli stati membri per seguire le tracce degli spostamenti sospetti; rafforzati i poteri di sanzione delle autorità competenti e create misure coerenti per i paesi extracomunitari che presentano politiche deboli nella lotta al riciclaggio.
Le difficoltà di Malta di “tenere il passo” con l’UE potrebbero essere la conseguenza degli sconvolgimenti interni alla FIAU, l’unità di intelligence finanziaria del Governo maltese, che ha fatto scoppiare nuove polemiche per aver pubblicato un documento di consultazione sulla direttiva europea soltanto il 6 luglio, più di una settimana dopo la scadenza fissata per la conversione in legge.
La stessa FIAU era finita nell’occhio del ciclone dopo il licenziamento di un ex dipendente, l’investigatore Jonathan Ferris. L’uomo aveva denunciato che alcuni suoi resoconti in merito a tangenti e riciclaggio di denaro non fossero mai stati registrati dalla polizia.
Dopo frizioni con i responsabili dell’organismo di intelligence, Ferris è stato licenziato e ha rincarato la dose, denunciando di essere stato ostacolato per essere tenuto il più lontano possibile da indagini su affari che stavano coinvolgendo nomi importanti della politica maltese.